Il podere “Uccelliera” – l’etimologia del toponimo rimanda a medievali reminiscenze legate all’affascinante arte della falconeria, una pratica venatoria che si basava sull’uso di falchi o altri uccelli rapaci per catturare prede – è una trecentesca torre di guardia, antica proprietà della chiesa, costruita all’inizio della zona di Sesta, proprio sotto il borgo antico di Castelnuovo dell’Abate, accanto all’Abbazia di Sant’Antimo, gioiello dell’arte romanica. Quest’anno l’azienda compie 25 anni, costellati da un crescente successo di pubblico e critica, che sono serviti al proprietario Andrea Cortonesi, che proviene da una tradizione familiare intimamente legata all’agricoltura, per conoscere a fondo il suo terroir: “Un quarto di secolo che mi ha insegnato pazienza e dedizione, tecnica e gestioni ben oculate. Dell’agricoltura antica ho appena fatto in tempo a conoscere gli ultimi bagliori, cominciai giovanissimo a lavorare a fianco di mio padre Angelo, entrando poi nel 1979 a far parte della conduzione mezzadrile all’età di quindici anni, maturando comunque quattro anni di esperienza diretta da mezzadro. Il nostro lavoro non era finalizzato al commercio, ma al solo sostentamento. Allora, nell’isolamento e nella solitudine di quel mondo contadino, senza televisione, l’unico rapporto era col mondo animale per il quale avevamo grande rispetto, gli animali per noi erano presenze fraterne e preziose, venivano utilizzati per il lavoro, ma erano anche compagni delle nostre vite, basti pensare che, d’inverno, per sentire meno freddo, si teneva la porta della stalla aperta, dormendo riscaldati dal calore degli animali. Nel 1983 con la mia famiglia ci decidemmo a compiere quel passo a cui da tempo pensavamo: abbandonare l’esperienza mezzadrile poiché ci eravamo resi conto che, per condurre una vita dignitosa acqua, luce, gas e servizi igienici fossero quantomeno irrinunciabili, ‘dettagli’ nient’affatto trascurabili, che però la nostra precedente condizione ci aveva sempre negato. Fummo una delle ultime famiglie del territorio di Montalcino a lasciare l’esperienza della conduzione mezzadrile. Da allora tutto è cambiato rapidamente, ma da quel mondo ho ricevuto l’essenziale, l’amore per la terra a cui chiedere, con rispetto, i frutti per vivere: un’identità fondata sull’onore, la modestia, la curiosità, con quella sensibilità di stampo contadino basata sul rispetto dei ritmi delle stagioni e sull’arte del saper aspettare”. Quella contadina è stata infatti una civiltà che di certo ha avuto molto da insegnare e tutt’ora continua a far parlare di sé, nonostante la nostra era supertecnologica in cui del sudore delle mani e della fronte ci siamo tutti un pò volutamente scordati. Ma non tutti, infatti Andrea Cortonesi è ancora un vero “ragazzo di campagna”, inteso nel senso più genuino e autentico del termine, uno che le mani le adopera davvero e, se son sporche di terra, ben venga, vuol dire tanto lavoro in vigna e buon vino in cantina. Dopo varie esperienze come dipendente in alcune aziende agricole della zona, che gli permettono di accrescere la professionalità agronomica ed enotecnica, Andrea inizia a pensare di condurre la terra in maniera diretta: “Ho potuto acquistare Uccelliera nel 1986, alla morte della contessa Elda Ciacci Piccolomini d’Aragona, grazie al compianto Giuseppe Bianchini: all’epoca dell’acquisto il podere era composto da quattro ettari di terreno vitati scarsamente per un totale di meno di mezzo ettaro di piante poco produttive e molto vecchie. Nel 1987 impianto la nuova vigna e le prime mille bottiglie di Brunello, quasi come esperimento, sono del 1991. Dopo una pausa dovuta alla difficile vendemmia 1992, ecco quella che considero la mia prima vera annata di produzione, il 1993”. Uccelliera si estende oggi per circa dieci ettari, di cui circa sei di vigneti con cloni altamente selezionati, su terreni ricchi di scheletro, argilla sabbiosa e calcare. L’orientamento dei filari, il costante e attento lavoro manuale nei vigneti per mantenere l’equilibrio vegetativo e il diradamento dei grappoli permettono di ottenere uve perfettamente mature, sane e profumate, elementi fondamentali per ottenere un vino equilibrato, ricco di struttura, adatto anche a un lungo invecchiamento. Uccelliera produce circa 50mila bottiglie annue, divise tra Brunello, Rosso di Montalcino e “Rapace”: deciso ed elegante il Brunello, morbido ed equilibrato il Rosso di Montalcino, il Rapace si connota invece per il suo fascino discreto, senza nulla concedere a stravaganze troppo internazionali di un cabernet o di un merlot, che pure contiene. “I miei sei ettari di vigneti sono distribuiti equamente in tre zone ad altezze differenti: quella più bassa, situata a circa 150 metri slm, vicino al fiume Orcia, che è identificata come la zona ‘Le Lunghe’, terre che ho calpestato fin da bambino, quando qui avevamo un oliveto, quella di media collina a 250 metri slm, che sono le vigne accanto all’Uccelliera e infine la parte alta, in zona ‘La Fornace’, a 350 metri slm. Sicuramente il fatto di avere queste tre collocazioni dei vigneti nella zona collinare di Castelnuovo dell’Abate permette al vino di rappresentare e interpretare il territorio nella sua interezza: si parte dalla sensazione molto calda delle uve prodotte nella parte più bassa, si passa alla freschezza nella parte centrale, fino a cogliere una sensazione più floreale nella parte più alta. Per cui, facendo un unico assemblaggio delle zone, modificandone l’integrazione a seconda dell’andamento climatico dell’annata, potremo essere in grado di sintetizzare, nel vino, le caratteristiche complete che il consumatore si aspetta”. E infatti nel prossimo futuro Andrea Cortonesi presenterà un suo nuovo, particolarissimo vino, poche eleganti magnum che racchiudono le diverse espressioni della sua terra, frutto di un lungo progetto di lavoro: “Avere la fortuna di possedere questi vigneti in tre zone diverse della costa di Castelnuovo dell’Abate, un luogo unico e dalle caratteristiche straordinarie, dove il Sangiovese esprime il meglio, significa possedere qualcosa che rappresenta il valore massimo della terra e tutte le potenzialità espressive del vitigno.
È importante che un’azienda produca vini tradizionali di territorio, come il Brunello e il Rosso di Montalcino, ma anche che il viticoltore possa esprimersi in maniera più libera e personale, per dare una risposta al sogno del consumatore che chiede, secondo me, un vino evoluto, ma fresco e armonico. Noi sono diversi anni che lavoriamo a questo progetto e non da soli, adesso siamo vicini al traguardo: un lavoro che ha riguardato la terra e il clone di Sangiovese, ma il tutto è stato reso possibile anche dalla partecipazione e sensibilità delle tonnelleries che mi hanno fornito legni francesi unici nelle loro caratteristiche ed età, provenienti da alberi plurisecolari e infine dalla disponibilità della vetreria ad affrontare la sfida della magnum, che Uccelliera non aveva mai prodotto prima, personalizzandola come la normale bordolese, sebbene per numeri esigui”. Ma all’esperienza di imprenditore agricolo, Andrea Cortonesi, vignaiolo dalle idee precise, ma sempre aperto al confronto con gli altri, ha affiancato negli anni anche la passione per la politica: prima consigliere comunale a Montalcino, attualmente è membro del consiglio d’amministrazione del Consorzio del Brunello, sempre con la voglia di portare avanti e supportare il mondo agricolo nei suoi valori più veri.
Andrea Cappelli