Tenuta Mazzolino propone l’elegante bollicina del Cruasè, con le sue sfumature rosa antico che conquistano al primo sguardo
L’amore è il motore che fa muovere il mondo, inutile negarlo. Ne è piena la letteratura – dalla Grecia antica ai giorni nostri -, è fonte di ispirazione per la poesia, argomento cardine delle canzoni di mezzo mondo. Impossibile quindi ignorare San Valentino – il 14 di febbraio, festività dalla genesi complessa ma oggi unanimemente riconosciuta come la festa degli innamorati, onorata in Europa, America ed Estremo Oriente. Accolta ovunque con un tripudio di cuori, fiori, sfumature che vanno dal rosa al rosso, gli animi romantici in visibilio, quelli disincantati disposti per un giorno a deporre le armi del distacco e della sufficienza verso gli affari di cuore, per dichiarare i propri sentimenti alla dolce metà. E se non si vuole cadere nella rete del già visto, ecco qualche spunto enoico per sorprendere (e sorprendersi).
Quel che mettiamo nel calice racconta molto di ciò che siamo. Tenuta Mazzolino - una chicca vitivinicola nell’Oltrepò, piccolo clos di Borgogna trapiantato in Lombardia, un mix di amore per la terra, legame con il territorio e vini d’eccellenza – propone per chi ama il romanticismo, le luci soffuse, i toni pacati, i classici d’amore – film o libri – il Cruasè, un Pinot Nero vinificato in rosa che affascina per la sua eleganza: al naso è complesso con ricordi di piccola frutta, al palato morbido ed equilibrato, ma deciso e dalle bollicine estremamente fine.
Se alle serenate si preferisce il rock, sfrontato ed elegante, il pentagramma si veste di rosso, come la passione. Affascinante come il vitigno da cui deriva, il Pinot Noir, un enfant terrible dei filari come amano chiamarlo i francesi; raffinato e inebriante una volta nel bicchiere: il Noir di Tenuta Mazzolino, che nel nome porta quella giusta dose di mistero che lo rende ancor di più un brindisi sorprendente. Colore rosso rubino con leggeri riflessi aranciati. Al naso rivela aromi di piccoli frutti rossi, rosa canina e cuoio. Al palato è pieno e ricco, con un finale gradevolmente lungo e persistente. Un vino simbolo della cultura e della tradizione vinicola dell’Oltrepò Pavese.
Cruasè o rosso, alziamo i calici all’amore, che sia un brindisi che valga per tutto l’anno!