Ripensare il Friuli attraverso la sinergia

Pubblicato il 14 maggio 2024

Graziana Grassini al fianco di Sergio Pitticco e Riccardo Caliari per un nuovo progetto

Valorizzare lo Schioppettino, simbolo di Prepotto, con un progetto condiviso e farlo attraverso la sinergia con la prima enologa italiana, Graziana Grassini, uno dei nomi più noti del vino italiano.

A idearlo Riccardo Caliari, titolare di Spolert Winery, e Sergio Pitticco, proprietario dell’omonima cantina, due realtà artigianali unite nella volontà di valorizzare lo Schioppettino di Prepotto. «Siamo due produttori, abbiamo due piccole aziende e un progetto comune nel quale crediamo, per questo abbiamo scelto di unirci e di chiamare una grande professionista dotata di una sensibilità particolare». Affermano Caliari e Pitticco.

Lo Schioppettino, varietà a bacca rossa simbolo di Prepotto, è, infatti, un vitigno capace di interpretare una nuova identità del Friuli-Venezia Giulia, regione famosa per i grandi bianchi.

«Credo molto nelle potenzialità dello Schioppettino e sono felice di arrivare per la prima volta in Friuli per dedicarmi a questo progetto visionario, che vede due produttori collaborare in modo stretto. Lo Schioppettino è un vino dal carattere elegante ed equilibrato, capace di evolversi nel tempo, un grande vino contemporaneo che merita di essere conosciuto». Aggiunge Graziana Grassini.

Se lo Schioppettino sarà il progetto condiviso, Graziana Grassini interpreterà anche i vini bianchi della cantina Spolert. «Chi mi conosce sa che da sempre sono affascinata dai vini bianchi. È la prima volta che ho la possibilità di lavorare in questa splendida regione e sono certa che, insieme, raggiungeremo grandi risultati». 

Spolert Winery è una realtà storica del territorio, da cinque anni guidata da Riccardo Caliari. «Il mio obiettivo è produrre vini capaci di emozionare e che rappresentino il territorio, nel rispetto della natura. Con Graziana siamo assolutamente allineati su questi principi e, sono certo, ci consentirà di raggiungere grandi risultati».