Non è usuale che un Consorzio del mondo del vino si trasformi occasionalmente in produttore cinematografico. Eppure, tutti gli ingredienti per una produzione di livello erano proprio nel nostro territorio: paesaggi degni di una scenografia da Oscar, una trama affascinante e ricca di suspence, maestranze locali capaci di riassumere tutto su pellicola.
Ieri, al Maggio Musicale Fiorentino, è stato presentato il cortometraggio “La Leggenda del Gallo Nero”, prodotto dal Consorzio Vino Chianti Classico, che narra, per la prima volta sul grande schermo, il mito che avvolge l’origine del marchio che contraddistingue tutte le bottiglie di vino Chianti Classico.
Grazie a una produzione attenta e di alto livello, a cura dell’agenzia Swolly, che ha coinvolto più di 60 maestranze prevalentemente chiantigiane, è stato realizzato un cortometraggio di circa 15 minuti, che nelle tinte scure rievoca perfettamente l’atmosfera medioevale in cui è ambientata la leggenda.
Il racconto infatti si snoda nel corso di una notte, in un non meglio precisato anno di epoca medioevale, in cui si decisero le sorti dei Comuni di Firenze e di Siena, piagati da una guerra sanguinosa per la supremazia sulle ricche terre del Chianti Classico, crocevia fondamentale tra le due città. Le cronache dell’epoca attestano ampiamente gli scontri, numerosi e continui, durante il Medioevo tra i due Comuni, floridi e potenti, ma si tramanda anche una leggenda, vero e proprio mito fondativo della cultura chiantigiana. Anziché perseverare nella guerra, le due città si accordarono per fissare il confine dove si sarebbero incontrati due cavalieri, che dovevano muoversi dalle rispettive città al canto del gallo. I Fiorentini, con un astuto espediente, tennero a digiuno l’animale designato a cantare all’alba, un gallo nero, e fecero sì che il gallo levasse il suo caratteristico verso nel cuore della notte, dando il via al cavaliere fiorentino con largo anticipo. Fu così che da vero deus ex machina un gallo nero riportò la pace e l’unione in quelle terre martoriate.
La leggenda incarna in modo quasi fiabesco la sintesi tra la durezza della contesa per quelle terre e l’aspirazione alla pacificazione e all’unione che sarebbe seguita alla fine del conflitto. Ed è questo che il breve film La Leggenda ha voluto catturare e restituire al pubblico, traducendosi in un racconto filmico di ampio respiro, non vincolato dai tempi sempre più ristretti della comunicazione odierna affidata ai social media, ma dando il giusto tempo allo svilupparsi dell’azione e delle emozioni. Sono infatti tratteggiati psicologicamente i personaggi, non più bidimensionali miniature medioevali, ma persone a tutto tondo, tese nell’impegno di porre fine a una guerra sanguinosa, la cui drammaticità irrompe fin dai primi secondi della proiezione.
A contribuire alla portata emozionale, complice una sapiente fotografia, le colline del Chianti Classico e le due location degli accampamenti, il Castello di Brolio e il Castello di Gabbiano, avvolti nella luce delle fiaccole, a
rappresentare le capitali orgogliose del territorio tra di esse compreso, oggi unito dalla denominazione Chianti Classico, dove si produce il vino ancora oggi conosciuto come Gallo Nero.
Il cortometraggio sarà proiettato alla Stazione Leopolda nell’ambito della Chianti Classico Collection, un’anteprima nell’anteprima, per i visitatori del 14 febbraio, in una sala appositamente allestita per la proiezione dalle 10 alle 15 e dalle 16:30 alle 20.
“Il nostro è il Consorzio più antico d’Italia, fondato all’inizio del secolo scorso da 33 coraggiosi e lungimiranti produttori di vino. Per comprendere però come mai questi 33 produttori nel lontano maggio del 1924 scelsero un Gallo Nero come simbolo, bisogna fare un passo ancora più indietro nel tempo”, dichiara il Presidente Giovanni Manetti. “È ampiamente attestato il legame storico del Gallo Nero con le terre chiantigiane fin dal Medioevo, ma è una leggenda che racconta come sia nato questo uso, tutt’oggi in vigore e più forte che mai. Questo è un vero e proprio mito fondativo che narra come un animale comune nelle campagne toscane sia diventato un eroe che pose fine alle contese per il territorio dell’odierno Chianti Classico, unificandolo con una pace duratura tra i due Comuni in guerra, Firenze e Siena. È in questo simbolo che si riconoscono non solo centinaia di produttori di vino e di olio Chianti Classico, ma anche tutta la comunità che abita questo territorio: è sinonimo di un’identità condivisa. E al di fuori dei nostri confini sono milioni le bottiglie dove campeggia il Gallo Nero, amate dagli appassionati di vino di tutto il mondo.”
Swolly Studio. I registi sono Daniele Palmi e Matteo De Nicolò, di Swolly Studio (swolly.it), un team creativo specializzato in spot pubblicitari e visual design, con esperienza nella comunicazione del vino e del food. Lo stile comunicativo di Swolly punta ad essere fuori dagli schemi cercando di unire in ogni progetto: estetica, genialità e divertimento. Daniele Palmi (regista) e Francesco Corsi (designer), entrambi nati tra le colline chiantigiane, hanno ideato quasi 10 anni fa questa factory di professionisti specializzati in video, brand identity, graphic design, e digital marketing.