Al recente Vinitaly é stato presentato il ventesimo libro del Prof. Mario Fregoni dal titolo: “Le viti native americane e asiatiche. Ibridi portinnesti e varietali”, edito dalle Citta’ del vino di Siena. Di fronte ad un centinaio di esperti , ha diretto i lavori il Dr Paolo Corbini dando la parola per l’introduzione al Direttore delle Cittá del Vino Dr Paolo Benvenuti.
Il Prof. Luigi Bavaresco dell’Universitá Cattolica di Piacenza ha riassunto la sua prefazione al libro. Il Prof. Fregoni ha spiegato le motivazioni della nuova opera e si é soffermato sulle due linee della moderna viticoltura, discendenti dalla storia, ossia la strategia genetica degli ibridi fra le specie americane, che ha consentito di salvare la viticoltura europea dagli attacchi della fillossera, e quella della selezione di ibridi da coltivare per produrre vino. Questa linea non ha dato, dopo 200 anni di ibridazioni, risultati positivi dal lato qualitativo, tanto che il 99% delle varietà coltivate nel mondo appartengono alla Vitis vinifera proveniente dal Caucaso asiatico. Al contrario la strategia della viticoltura biologica è in continuo progresso, tanto che nel mondo ed in Italia si estende sul 15,5 % della superficie. La linea biologica è parificabile alla vaccinazione in campo umano perché annualmente ottiene le resistenze alle malattie dall’applicazione di composti organici. La linea genetica invece modifica in modo irreversibile il genoma delle nostre varietá, rappresentato da un patrimonio si oltre 3000 varietà italiane e 10000 mondiali, pervenuteci da 12000 anni di pazienti selezioni dei viticoltori di tanti Paesi.
Sono seguiti gli interventi del Prof. Luigi Moio dell’Università di Napoli, del Dr Donato Lanati di Enosis, del dr Lorenzo Gallo della Green Has Italia, del Dr Graziano Manenti di Vitis Rauscedo, del Dr Andrea Cabiddu della Sardegna e del Dr Filippo Mobrici presidente di Piemonte Land. Molti sono allievi dell’autore di quest’opera originale ed utile per gli esperti scientifici e per i viticoltori.