L’Italia è primo partner commerciale degli Stati Uniti, ma le opportunità di espansione sono ancora enormi. I.E.M. incontra trade e professionisti in due tappe esclusive
Verona, 17 ottobre 2017 – Gli Stati Uniti sono il principale mercato vinicolo al mondo. Un contesto nevralgico che mostra ancora ampi margini di crescita, dove l’Italia può concentrarsi su nuovi segmenti di consumo per espandere la propria presenza, mantenendo il primato fra i Paesi importatori (quasi un terzo del vino straniero è made in Italy). La prossima occasione di incontrare il trade americano è Simply Italian US Tour 2017. Lo storico evento ideato da I.E.M. – International Exhibition Management per promuovere l’eccellenza enologica italiana nel mondo si svolge a Chicago il 23 ottobre, per poi proseguire verso la West Coast, il 25 ottobre a San Francisco.
Protagoniste dell’edizione 2017 sono oltre 80 realtà produttive del Bel Paese, al centro di seminari, educational, walk-around tasting e incontri b2b dedicati al trade: un format multiplo ed efficace, vero punto di forza dei Simply Italian Tour. Il successo dell’evento è consolidato anche dall’esistenza della sede locale I.E.E.M., a Miami dal 2007, che garantisce una presenza continuativa sul territorio americano e cura direttamente tutte le attività nei mercati strategici tra Stati Uniti, Canada e Sud America. Si prevede la presenza di oltre 500 professionisti di rilievo, importatori, operatori, giornalisti e opinion maker.
Lunedì 23 ottobre gli spazi del lussuoso LondonHouse di Chicago (85 E Wacker Drive, North Michigan Avenue) ospitano un fitto programma di masterclass e degustazioni guidate. Si comincia alle 10 in sala Ambia con “The Sparkling Life. Fresh & Fun Wines from Friuli”, organizzato dl Consorzio Friuli Grave Doc, per poi proseguire alle 12 con una “orizzontale” del Chianti Riserva Docg 2013 declinato nelle sue 7 sottozone (a cura del Consorzio Vino Chianti), e concludere alle 14 con un seminario a cura di Federdoc con focus sulla denominazione Prosecco: “Traceability and Regulation of Italian D.O.C. Wines. Prosecco and its Different Expressions”.
In sala Ètoile, invece, alle 11 si degustano due amatissimi vitigni autoctoni, Grillo e Nero d’Avola: “The Art of Sicilian Wine. A Renaissance of the Sicilian Viticulture”, organizzato da ATS Sicily in the World. Alle 13 è la volta dell’Asti Docg, declinato in tre versioni dal Consorzio: “One Denomination, Three Great Wines: Asti, Asti Secco, Moscato d’Asti D.O.C.G.”. Ma clou dell’evento, dalle 14 alle 18, è la degustazione ai banchi d’assaggio delle Cantine protagoniste.
Mercoledì 25 ottobre la tappa di San Francisco allo storico Sir Francis Drake Hotel (450 Powell St) ripropone tre masterclass già menzionate: “The Sparkling Life” del Consorzio Friuli Grave Doc, “The Art of Sicilian Wine” di ATS e il tasting delle tre tipologie di Asti Docg, che si svolgono in sala Cypress/Monterey rispettivamente alle ore 10, 12 e 14. Nel frattempo in Sala Tudor A/B, alle ore 11, il Consorzio di Tutela Lugana Doc organizza “Discover Lugana, 50 Years of the Aristocratic Garda White Wine”, seguita alle 13 dall’appuntamento con il Consorzio Vino Chianti, stavolta in verticale: “2014-2004: A Vertical Potrait of Chianti D.O.C.G. Riserva”. Gran finale, tra le 14 e le 18, il walk-around tasting aperto a professionisti, wine educator e stampa selezionata.
«L’export del vino italiano in Usa vale 1.623,5 milioni di euro (+6,1% rispetto al 2015) e 3.237.900 ettolitri (+3,6%), che corrisponde al 32,4% di tutte le importazioni. Fra i cinque partner commerciali più importanti, il Bel Paese è l’unico a registrare un incremento del prezzo medio (5,01 euro al litro, +2,5%), eccezion fatta per l’Australia, che però vede un calo complessivo delle vendite (-7,8% in valore e -11,4% in quantità) e si attesta su un valore al litro decisamente inferiore (2,39 euro)», spiega Marina Nedic, managing director di Iem.
La passione e la cultura enologica è sempre più diffusa tra le nuove generazioni. Il 42% dei volumi di vino viene consumato dai millennial, giovani tra i 21 e i 35 anni. Si evolvono i modelli di consumo degli americani, con la graduale sostituzione nella scelta di alcolici tra birra e vino; anche i valori pro capite, pur contenuti (9 litri di vino all’anno), sono in costante aumento.
La presenza dei nostri prodotti sul mercato statunitense è consolidata, ma le opportunità di espansione sono enormi, considerando anche l’elevata capacità di spesa pro capite. Il vino italiano è percepito come prodotto di qualità, ma si prospettano ampi margini di crescita nel settore dei fine wines, a cui l’Italia deve puntare con più decisione.
Particolare attenzione merita il fenomeno Prosecco, che colpisce anche in Usa. «Analizzando il quadro generale, emerge un deciso incremento delle importazioni di sparkling wines, che crescono del +12% in valore (992,1 milioni di euro) e +18,2% in quantità (1.131.700 ettolitri) nel 2016. Gli spumanti italiani Dop volano addirittura al +40,7% in valore (quasi 210 milioni di euro) e +31,4% in quantità (oltre 510 mila ettolitri), capitanati appunto dal Prosecco. Bene anche l’Asti Docg, che da solo totalizza quasi 19 milioni di euro (+14,3%) per poco meno di 55 mila ettolitri (+15,8%)», conclude Marina Nedic.