Il 2022 registra una flessione pari al 3,8% ma i primi mesi del 2023 inducono a un cauto ottimismo. Si aggira intorno ai 10 miliardi di euro il valore complessivo dell’imbottigliato certificato da Valoritalia nel 2022. L’ampiezza quantitativa delle DO il valore aggiunto della proposta italiana, la frammentazione il limite
Presentata a Roma, nei bellissimi spazi di Casina Valadier, l’edizione 2023 dell’Annual Report di Valoritalia. Un lavoro capillare con una panoramica ottenuta attraverso i dati emersi dai processi di certificazione di 218 denominazioni di origine italiane. Nell’ambito dell’incontro spazio alla ricerca a cura dell’Osservatorio Nomisma Wine Monitor – Valoritalia, con un’ampia analisi dei comportamenti e delle tendenze di acquisto, messe a confronto, tra i consumatori italiani e quelli del Regno Unito per ciò che concerne l’approccio e le scelte nell’ambito del vino.
Dall’Annual Report di Valoritalia, che analizza i dati inerenti al 2022, emerge un evidente cambio di scenario rispetto alla situazione presentata un anno fa. Se il 2021 aveva fatto registrare numeri estremamente positivi, nonostante problematiche importanti, i dati del 2022 mostrano un rallentamento che per il settore vino italiano si attesta intorno al -3,8%. In tal senso pesa il conflitto russo-ucraino, con il suo corollario di crisi energetica, che ha evidentemente imposto un rallentamento dei flussi economici in tutti i settori.
“Del resto il vino deve essere considerato a tutti gli effetti un sensibile indicatore degli andamenti economici generali – ha dichiarato Francesco Liantonio, Presidente Valoritalia – ed era quindi lecito attendersi questa contrazione. Va però sottolineato come, nel suo insieme, il sistema vino italiano abbia tenuto botta soprattutto a partire dal secondo semestre dello scorso anno e come i dati del primo quadrimestre del 2023 inducano a un cauto ottimismo. È un segnale importante, la cartina tornasole di come il mondo delle DO, a livello italiano, possa contare su una solidità che gli consente di attraversa- re anche momenti di grandi incertezza e difficoltà”.
La ricerca evidenzia infatti un dato fondamentale: nonostante le difficoltà sopra descritte, circa un terzo delle denominazioni tra quelle certificate Valoritalia ha comunque registrato una crescita dei volumi con le significative performance del ‘‘Sistema Prosecco’‘ formato dalle D.O.P. Prosecco, Asolo Prosecco e Conegliano Valdobbiadene. Ottimi anche i comportamenti del Franciacorta, dell’Asti e Moscato D’Asti, dell’Alta Langa, del Collio, del Lugana, dell’Oltrepò Pavese, del Vino Nobile di Montepulciano, del Frascati e del Castel del Monte. Un’altra trentina di Denominazioni ha registrato cali contenuti entro la soglia del 5%, alcune dei quali di natura fisiologica.