Nel 2003, quando Marco Keller ha acquistato Logonovo a Montalcino, aveva in mente il progetto di un’azienda che sfruttasse un terroir ineguagliabile e incontaminato per realizzare “il vino che non c’era”. Contro ogni logica di territorio piantò Sangiovese, Petit Verdot, Syrah, Merlot, Sagrantino e per ultimo, 9.000 m di Malbec con marze provenienti da piante secolari argentine ancora su piede franco. Un piccolo vigneto con densità di impianto di 1 m x 1 m e con sistema di allevamento ad alberello che lui stesso definisce “assurdo” per la difficoltà di lavorazione ed i relativi costi. Si trova proprio davanti alla sua splendida casa (che resta di sua proprietà perché a Montalcino è facile arrivare se si è appassionati di vino, ma è difficile distaccarsene) e, forse proprio perché è il più difficile tra i suoi progetti, è una specie di figlio più amato degli altri.
Nel frattempo costruisce una bella e funzionale cantina che diventa il suo centro operativo. Due i vini prodotti negli 11 Ha di vigneto di proprietà: “Cinqueperlogonovo” prodotto tutti gli anni, come dice il nome stesso, dal blend dei 5 vitigni principali in percentuali diverse a seconda dell’andamento della vendemmia, e il “centopercento” frutto di un solo vitigno, il migliore prodotto ogni anno.
Con la vendemmia 2014 esce per la prima volta il frutto del vigneto di Malbec (piantato nel 2010) che viene chiamato “Vergena” dal nome del podere dove si trovano casa e vigneto. Si tratta di un blend con Merlot e Petit Verdot perché il vigneto è al primo anno di produzione e sembrava necessitare di “aiuto”. Stessa scelta per il 2015, ma i risultati delle due vendemmie sono così affascinanti che promettono benissimo anche dalla vendemmia 2016 a partire dalla quale il vino diventa un 100% Malbec. E’ il segno inequivocabile che la scelta di Marco Keller è giusta: quello di Montalcino è un terroir così formidabile che qualsiasi vitigno acquisisce un carattere unico.
Nel 2016 arriva la proposta dei Marchesi Frescobaldi di acquistare l’azienda. Marco Keller ci pensa a lungo, è un progetto cui è molto attaccato, forse quello cui si è più attaccato tra i tanti sviluppati in una vita costellata da successi. Ma quando si ama qualcosa si è capaci anche di lasciarla perché segua un destino ancora più felice dell’attuale. Il pregio della vendita ai Marchesi Frescobaldi è, infatti, anche quello di riunire sotto il tetto di Castelgiocondo, tutto il lascito Angelini alle Pie Disposizioni di Siena che l’hanno custodito per mezzo secolo evitando la cementificazione di una nuova cantina che era già stata deliberata.
Così decide di rispettare l’obiettivo che si era dato fin dall’inizio cioè di fare almeno 10 vendemmie e infatti Logonovo è nato 13 anni fa. Due soli crucci: non essere riuscito ad inaugurare la cantina in maniera adeguata e non aver piantato una piccola vigna con il Grenache. Ora i vini prodotti a Logonovo sono destinati a diventare bottiglie per appassionati che non rinunciano ad avere in cantina il frutto di un’esperienza di successo. Da ora in poi … fortunato chi potrà dire di averle assaggiate!
Adesso il progetto cambia e si sposta tutto sul Malbec e su Vergena, un’altra sfida che promette di essere altrettanto ben riuscita.