Nato nel 1969 per volontà di cinque distillatori – Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti – oggi l’Istituto conta trenta soci, dei quali venti distillatori (in Italia le distillerie vere e proprie che fanno veramente fumare l’alambicco sono circa 135), che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina, pari al 10% dell’intera produzione di grappa in Italia, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie da 70 centilitri.
L’Istituto ha il compito di valorizzare la produzione tipica della grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e qualificarla con un apposito marchio d’origine e la dicitura “Trentino Grappa”. La grappa è l’acquavite ricavata dalle vinacce ossia dalle bucce degli acini d’uva una volta separate dal mosto o dal vino insieme a un’eventuale parte di depositi del vino stesso. Le materie prime devono essere ottenute da uve prodotte e vinificate in Italia e distillate in impianti siti sul territorio nazionale. Perché la grappa è solo italiana per tradizione, per cultura e per legge! L’Istituto Tutela Grappa del Trentino indica con la dicitura “Trentino Grappa” la grappa che risponde a determinati requisiti territoriali, chimici e sensoriali. I distillatori associati all’Istituto devono consegnare una campionatura del prodotto per controlli chimici in laboratorio e successive verifiche da parte di una commissione d’assaggio. Solo se i controlli danno esito positivo, il produttore potrà apporre sulle proprie bottiglie il “marchio del Tridente”, già simbolo della città di Trento (per i romani infatti era Tridentum), scelto per rendere visibile al consumatore lo stretto legame tra prodotto e territorio. La produzione media annua di grappa in Trentino è di circa 10 mila ettanidri, distillando circa 16mila tonnellate di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta quella da uve aromatiche (40% del totale), quella destinata all’invecchiamento (circa il 35%) e quella da vinacce miste (circa il 25%). Il fatturato medio annuo che la grappa genera in Trentino è calcolato intorno ai 15 milioni di euro per l’imbottigliato e due milioni di euro per quanto riguarda la materia prima. La provincia di Trento, prevalentemente montuosa, vanta vinacce di gran pregio: l’acidità, normalmente elevata, le rende difficili prede di microrganismi dannosi, mentre le condizioni pedoclimatiche favoriscono in modo eccezionale la ricchezza in principi aromatici. Sotto questo profilo concorre in modo notevole anche la tipologia dei vitigni, tra i quali spiccano quelli aromatici o semiaromatici: Moscato, Müller Thurgau, Traminer, Riesling, Silvaner e Nosiola. Ben quattro discendenti dei cinque soci fondatori sono ancora in distilleria e alcuni siedono ora nel consiglio direttivo dell’Istituto, composto da Beppe Bertagnolli (presidente), Bruno Pilzer (vicepresidente), Luigi Cappelletti, Mauro Giori, Stefano Marzadro, Carlo Pezzi, Giuliano Pisoni, Alessandro Poli, Carlo Saracini, Rudy Zeni e Arrigo Pisoni (presidente onorario).