Edito da “Les caves se rebiffent” e redatto dal presidente degli enologi francesi Christian Asselin, in collaborazione con Pascal Girault e numerosi ricercatori di viticoltura e enologia, francesi e di altri Paesi, fra i quali il Prof. Mario Fregoni, è apparso di recente un libro in francese molto interessante per i temi trattati, che può essere di esempio nella descrizione dei rapporti terroir/vitigno, Valle della Loira/Chenin nel caso qui presentato. La Valle della Loira è nota in tutto il mondo per la bellezza dei suoi chateaux, della tomba di Leonardo, la ricerca scientifica sui terroirs viticoli, la Scuola Superiore di Agricoltura di Angers, nonché per il vitigno Chenin, che compone un paesaggio invidiabile. Questa varietà è nata da un vinacciolo di Savagnin ed è geneticamente parente del Sauvignon. Nel mondo lo Chenin è coltivato in Africa del Sud (18.000 ha), in Francia (10.000 ha, soprattutto nella Val de Loire), negli USA (3000 ha), Argentina (2000 ha), Australia, India, Spagna, Cile, Nuova Zelanda ed altri Paesi, per un totale di 37000 ettari. Si tratta di un vitgno internazionale, pochissimo conosciuto in Italia, ma con i cambiamenti climatici potrebbe essere riconsiderato dai viticoltori, essendo a maturazione tardiva, molto resistente alle malattie ed all’ossidazione dei vini. Può fornire vini tranquilli e spumanti, di lungo invecchiamento, secondo i terroirs di coltivazione, variabile da 5 a 50 anni. La ricchezza di contributi scientifici, di testimonianze e di documentazione iconografica, fanno di quest’opera una pubblicazione originale e di carattere internazionale, che esalta l’interazione dello Chenin nei vari terroirs della Loira e di tanti altri Paesi viticoli.