Sono trascorsi molti anni dal mio primo viaggio di lavoro nelle Marche, eppure lo ricordo ancora con grande affetto. Furono giorni di piacevolezza tra vini e cantine, prodotti e sapori tipici, bellezze paesaggistiche e architettoniche. Rammento che scrissi un articolo, che venne ripreso prima in lingua inglese e poi in giapponese, in cui elogiavo una terra che meritava, e merita, di essere conosciuta e vissuta. Citavo le colline che respirano il mare, i tesori dei secoli andati, il gusto della buona tavola e la gentile ospitalità delle persone.
Per mia fortuna ci sono tornato in svariate occasioni lavorative e private, nelle diverse province, e l’ultima visita risale solo alla fine dello scorso anno momento in cui ho affrontato un tour tra i Monti Sibillini e la città di Ascoli: La leggenda della Sibilla e lo storico caffè Meletti.
Una Regione che possiede nel suo scrigno prezioso il mare e i monti, la storia e la cultura, l’archeologia e i borghi medioevali; ma anche il retaggio di personaggi come Raffaello, Leopardi, Rossini, Montessori. Una terra che nella realtà dei giorni nostri non delude il visitatore al quale viene proposto il tradizionale rivolto al futuro.
Vi porto con me, letterariamente parlando, a Montecassiano in provincia di Macerata e cerco di farvi conoscere Gianluca e Roberta. Parliamo di vino, ma quello prodotto con passione, ponderatezza, rispetto per il territorio, voglia di fare bene. Una piccola, anzi piccolissima cantina nata da qual che anno che unisce sogno e realtà, leggenda e futuro, tutti elementi che all’unisono hanno una sola voce: vino di qualità.
Roberta Palmieri, coadiuvata da suo marito Gianluca Zitti, entrambe ingegneri elettronici, nel 2015 ha dato vita ad un progetto denominato: “La Lepre e la Luna”, ovvero diventare vignaioli in un grazioso borgo medioevale marchigiano. Insieme hanno impiantato il vigneto, attualmente un ettaro, partendo dal nulla e occupandosi di quasi tutte le fasi del caso. Terminato il lavoro di posa hanno chiaramente iniziato con la gestione della vigna, totalmente a livello famigliare, con l’esclusivo utilizzo di prodotti biologici e da quest’anno anche in agricoltura biodinamica: “l’aspetto più piacevole e sconvolgente è aprire l’atomizzatore e lasciarsi inebriare dai profumi di ortica, equiseto e assenzio…”
Dalla terra alla cantina, il passo successivo, affrontato utilizzando poche cose ma valide e scegliendo da subito di vinificare in anfore. Anfore di terra cotta prodotte in Italia con le quali due anni più tardi hanno ottenuto la prima vinificazione e i loro primi 5 vini.
Quante volte, scrivendo di differenti aziende, ho raccontato come il produrre vino per tantissime persone sia una filosofia di vita, una scelta antropologica, un fantastico modo di esprimere le proprie idee attraverso colui che è il vero elemento di cultura da portare in tavola: il vino.
Filosofia di vita ed idee che si sono manifestate e concretizzate fin dal progetto completamente ecologico e sostenibile: basato su una struttura completamente in legno per la casa e la cantina (dove reso possibile dalle normative), sull’autonomia energetica e sul minimo impatto ambientale con lavorazioni quasi esclusivamente manuali e artigianali, senza utilizzo di chimica di sintesi.
“La Lepre e la Luna”, come dicitura della cantina, non è una scelta squisitamente di fantasia ma appartiene alla loro storia personale, alle fasi e alle regole della natura con i suoi elementi animali e alla leggenda più affascinante. Sul loro sito leggetene le sfumature e vedrete che ne resterete affascinati; così come il loro vini, eleganti e raffinati, strutturati e affascinanti.
Ho detto piccola realtà perché tali sono le dimensioni, un ettaro impiantato da 5 anni e un altro mezzo ettaro di vecchie vigne unitosi di recente.
Roberta e Gianluca coltivano e vinificano vitigni del giovane vigneto coltivato a spalliera e guyot come: merlot, montepulciano, cabernet franc; mentre dalla vigna attempata di oltre 40 anni, impiantata come si faceva un tempo, uve come: malvasia, trebbiano, verdicchio, maceratino.
Vini monovitigno e blend, bianchi e rossi, ma anche bollicine, rosati e quando le condizioni sono favorevoli i passiti: è chiaro che parliamo di poche, pochissime ma pregiate bottiglie. In uscita un metodo ancestrale mentre le bollicine sono previste per il prossimo anno.
I nomi dei vini sono particolarmente accattivanti, ispirati alle frasi della leggenda, riportate nel retro etichetta, di cui il nome è contemporaneamente parola chiave e legame evocativo o reale con il vino stesso. Quale migliore Sacrificio di un’uva che appassisce 5 mesi per concentrare nel pochissimo succo restante tutta la sua dolcezza ed i suoi profumi?
E così quindi i rossi Eterna, Fiamma, Incontro, Luna, Lepre, i bianchi Tempio, Viandante, il passito Sacrificio e i rosati Dono e Anima. Ma come sono i vini di Roberta e Gianluca?
Interessanti, eleganti, corposi e presenti. Eterna, un merlot che racchiude in se tutte le peculiarità del celebre vitigno internazionale: un bel colore rosso, morbido e armonico con profumi intensi. Lepre, un piacevole montepulciano 100% che esprime il territorio e ben si abbina ai piatti tipici e poi Incontro un blend ottenuto dalle vinificazioni separate degli altri vini: un incontro più che riuscito. Luna è un altro montepulciano, più di corpo, ideale per chi ama questo vitigno e ne vuole assaporare tutte le potenzialità.
Tempio è un bianco ottenuto da uve malvasia, trebbiano e maceratino vinificate insieme, un vino gradevole e avvolgente. Sacrificio è un passito di uve montepulciano appassite 5 mesi sui graticci: da degustare con tranquillità per comprenderlo al meglio. Non vi svelo altro, provateli personalmente attraverso un percorso enologico da scoprire ed apprezzare. Piacevoli ed eleganti sono anche i vestiti dei vini: bottiglie ed etichette.
Una piccola azienda dunque, ma dalla grande voglia di produrre vini importanti che piacciano al pubblico, che esprimano il lavoro e le scelte dei primi passi, degli intenti, della passione di due ingegneri. Cercate Roberta e Gianluca on line, incontrate la loro filosofia e assaporate i loro vini: ma fate in fretta, le bottiglie sono sì buone e naturali…ma poche!
Fabrizio Salce