La Casciotta d’Urbino DOP, piccolo gioiello caseario delle Marche ha scelto il Vinitaly, palcoscenico internazionale del vino, come campo di battaglia per dichiarare forte il suo NO al Nutri-Score. Paolo Cesaretti, coordinatore della Casciotta d’Urbino Dop è sicuro che “L’etichetta a semaforo in approvazione da parte della UE, ideata per indicare la qualità nutrizionale complessiva di un determinato alimento, attribuisce un colore “sfavorevole” a prodotti come il formaggio e fornisce informazioni limitate e fuorvianti ai consumatori. Da qui il nostro grido di battaglia: Qualità bullata”.
Una qualità autentica, quella della Casciotta d’Urbino Dop, apprezzata fin dal ’500 e tanto amata da Michelangelo Buonarroti, che consumava nell’atto di dipingere il più grandioso dei progetti dell’epoca, gli affreschi della Cappella Sistina. L’artista, che aveva investito i proventi di una vita acquistando diverse aziende agricole a Casteldurante (attuale Urbania), si fece pagare parte della pigione in Casciotta che il suo stretto collaboratore, Francesco Amatori, detto l’Urbino, provvedeva ad inviare a Roma.
“L’etichetta a semaforo rappresenta una subdola guerra commerciale camuffata da campagna per la salute – dichiara il vice Presidente della Regione Marche, Mirco Carloni – L’ennesimo atto di prepotenza perpetrato da Francia e Germania nei confronti dell’Italia. La dieta mediterranea è parte integrante della nostra identità che ci caratterizza in tutto il mondo per la qualità e la salubrità delle nostre produzioni agroalimentari. Ed è proprio questo primato che i nostri competitors europei vogliono aggredire con modalità indebite. Secondo alcune stime l’applicazione obbligatoria del Nutri-score, che l’Europa vorrebbe imporre, comporterebbe un crollo di quasi il 50% dell’export agroalimentare italiano e cio’ è inaccettabile oltre che ingiusto. Attraverso un giudizio grossolano e arbitrario, l’algoritmo del nutri-score rischia di bollare prodotti iconici ed equilibrati, da sempre raccomandati in una sana alimentazione, come la Casciotta d’Urbino Dop o il Prosciutto di Carpegna Dop disincentivandone il consumo”.