Grande soddisfazione in casa Gaudenzi per l’inserimento della “Fascia olivata Assisi-Spoleto” nella lista del Global Important Agricultural Heritage System della FAO
I 60 chilometri di oliveto ininterrotto che caratterizzano il paesaggio collinare di Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Campello e Spoleto hanno ottenuto dalla FAO, l’organizzazione ONU per l’agricoltura e l’alimentazione, un riconoscimento importantissimo. Questa fascia olivata è infatti il primo sito italiano a essere stato inserito nella lista del Global Important Agricultural Heritage System (GIAHS), che conta una cinquantina di luoghi al mondo caratterizzati da un paesaggio di incomparabile bellezza che combina agricoltura, biodiversità, ecosistemi e retaggi culturali.
La richiesta è partita circa due anni fa dal Comitato Fascia Olivata che comprende i sei comuni citati e dei quali quello di Trevi è capofila. Il primo passo è stato l’inserimento da parte del Ministero nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, istituito nel novembre del 2012 e che per ora comprende solo 12 siti italiani. A luglio 2018 è poi arrivato il riconoscimento FAO e adesso il Comitato inizierà a lavorare per ottenere anche quello dell’Unesco.
Il sindaco di Trevi Bernardino Sperandio, capogruppo del Comitato, ha sempre ritenuto che la maggiore ricchezza del territorio fossero proprio gli olivi, e li ha posti al centro dell’attenzione del suo mandato di amministratore. Non è un caso che a Trevi abbia anche sede il Museo della Civiltà dell’Ulivo, ma era necessario allargare lo sguardo al di fuori delle mura del borgo e trovare alleanze con i vicini per poter mirare in alto.
“I così detti paesaggi FAO esistono da circa vent’anni, ma in Italia prima di noi nessuno si era mosso per ottenere questo importante riconoscimento, ed essere i primi è motivo di grande soddisfazione. Essere un paesaggio FAO significa che tutti noi crediamo fortemente nella necessità di mantenere il nostro paesaggio e di continuare la tradizionale coltura dell’olivo, introducendo sistemi innovativi che possano renderla sempre più remunerativa per gli olivicoltori. Ma tutta la popolazione che insiste su questa fascia olivata pedemontana deve poter godere i benefici di un turismo intelligente richiamato dalla bellezza dei nostri oliveti. Non è un caso che alcuni tour operator britannici abbiano già inserito il nostro sentiero degli olivi, che porta da Assisi a Spoleto, tra le loro proposte. Il sentiero degli olivi, per altro, è stato istituito dal CAI una trentina di anni fa, ma non era mai stato valorizzato. Da ora in poi vivrà una sorta di rinascita, a beneficio dei tanti agriturismi e delle realtà produttive che si trovano nelle sue vicinanze”.
Anche Francesco Gaudenzi e la sua famiglia plaudono all’arrivo del riconoscimento di Paesaggio FAO per la loro zona. “Gli olivi – ricorda Francesco – sono la nostra vita e la storia della nostra famiglia. Non sono un orpello paesaggistico, ma rappresentano il nostro lavoro quotidiano e la nostra unica fonte di reddito. Per questo siamo coscienti di doverli difendere e valorizzare, perché solo vedendo la bellezza degli oliveti che da Assisi portano fino a Spoleto le persone possono apprezzare la formidabile qualità dei nostri oli. Tutte le volte che guardo alla collina di Chiuse di Sant’Arcangelo, e penso che siamo stati noi negli anni a riuscire a farlo tornare un unico oliveto come era una volta non posso nascondere un moto d’orgoglio. Lo abbiamo fatto perché ci crediamo e perché siamo convinti che l’olivicoltura possa rappresentare ancora il futuro di questa terra. Certo, un’olivicoltura intesa in senso moderno, e che comprenda oltre alla qualità del prodotto anche la qualità del paesaggio e dell’offerta turistica che questo può generare. Noi siamo assolutamente pronti”.