Il mitico champagne Salon brilla anche all’asta di Pandolfini

Pubblicato il 14 novembre 2024

È un esclusivo tasting curato da Giacolino Gillardi di Ceretto – con la presenza eccezionale di Didier Depond, presidente di Salon e Delamotte e Gabriele Gorelli MW – ad aver inaugurato la doppia giornata di aste di Pandolfini dedicata al fine wine, che supera 1 milione di euro di ricavo

La degustazione

Un evento eccezionale quello che Pandolfini, la più antica casa d’aste d’Italia, ha organizzato per l’apertura della consueta asta novembrina dedicata al fine wine, che ha raggiunto un totale di € 1.050.652. Il 7 novembre, nella storica cornice di Palazzo Ramirez Montalvo, il dipartimento vini guidato da Francesco Tanzi ha infatti dato vita ad una degustazione speciale dal respiro internazionale, organizzata anche in occasione dei cent’anni di Pandolfini e i 25 anni del dipartimento vini.

Protagonista del tasting esclusivo, l’inimitabile Salon, lo champagne unico nel suo genere prodotto solamente 37 volte nel corso del XX secolo. I natali di questo vino di culto si devono al commerciante di pellicce Eugène-Aimé Salon, che nel 1905 sogna per sè lo champagne migliore di sempre. È proprio in quell’anno che, consigliato dal cognato chef de cave, sceglie la terra del suo territorio d’origine, la Côte de Blancs, e il cru migliore, quello di Mesnil sur-Oger per la creazione del primo Blanc de Blancs millesimato unico nel suo genere proveniente da un unico vitigno, lo chardonnay.

Uscito per la prima volta nel 1911 con il millesimo 1905, conquistando immediatamente un gran numero di appassionati, la Maison Salon nasce ufficialmente nel 1920, producendo – sempre in quantità limitatissime, solo con le migliori annate – quello che tutt’oggi è considerata l’espressione più “pura” dello champagne proprio grazie alle sue caratteristiche uniche: un solo vitigno, una sola annata, un solo terroir.

A guidare la degustazione – per la quale sono state scelte le annate Salon 1999, 2006 e 2013, oltre a Delamotte Collection 2007 e Delamotte Blanc de Blancs 2018 – un’ospite d’eccezione: il presidente Didier Depond, alla guida di entrambe le Maison e protagonista indiscusso del grande successo del mito Salon.

Insieme a lui, oltre a Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, anche Giacolino Gillardi, amministratore delegato di Ceretto – distributore italiano della Maison – a cui si deve la realizzazione di questo speciale evento. Un sodalizio, quello tra Ceretto e Salon, nato ormai diversi anni fa dall’incontro tra Gillardi e Depond, quando il presidente della Maison cercava il modo di entrare nel mercato italiano.

Lo champagne in asta

E sono poi proprio i lotti proveniente dalle cantine di Le Mesnil-sur-Oger – di cui i primi quattro omaggiati direttamente dalla collezione privata di Federico Ceretto – ad aver inaugurato la prima sessione d’asta di Pandolfini, che solamente con Salon e Delamotte raggiunge € 44.392 di ricavo. Proposte ai collezionisti, annate eccezionali come quella del 1996 o quella del 2008, quest’ultima talmente rara e di pregio da essere stata imbottigliata in soli ottomila pezzi, tutti formato Magnum. A brillare, in particolare, 7 bottiglie Cuvéè S Salon delle annate 2004, 2006, 2007 e 2008, battute per € 11.780, andando oltre la stima più alta.

Bene, per gli altri champagne, anche la Collection Lieux-Dits Extra-Brut Jaque Selosse, composta da 6 bottiglie, aggiudicata per € 4.712.

Gli altri grandi risultati

A guidare l’incanto, Domaine de la Romanee Conti, che con un assortimento di 12 bottiglie dell’annata 1996 raggiunge i € 39.680, seguito un lotto di Masseto – una bottiglia da 15 litri 2016 – battuta per € 28.520. Ottima performance anche per una verticale di Sassicaia dal 2020 al 1980, che supera anche la sua stima più alta arrivando a € 13.020.

Si distinguono poi – per la selezione di Bordeaux e Borgogna – Pétrus, Château Lafite Rothschild e Domaine Coche-Dury.

Per l’Italia, invece, i top lot sono diversi: si torna su Sassicaia con una bottiglia da 6 litri 2021 aggiudicata per € 6.696, oltre a Tignanello, che si distingue con una verticale di 34 bottiglie dal 1980 al 2021, battuta per € 4.464.

Supera le aspettative anche Barolo Cannubi San Lorenzo Ceretto, il cui lotto di 3 bottiglie Magnum 2011, 2012 e 2013 provenienti dalla collezione personale di Federico Ceretto e contenute nella speciale edizione Cassa 13”, è stato aggiudicato per € 5.704. Una speciale cassa che, come forma, riporta al Cubo di cristallo Bricco Rocche a Castiglione Faletto, la cantina di vinificazione che dalla sommità del bricco volge lo sguardo all’intera denominazione. 13, invece, è il numero che rievoca l’ultima annata in uscita del Barolo Cannubi San Lorenzo, presentato non prima del decimo anno di vendemmia esclusivamente in Magnum e con una tiratura limitatissima.

Molto bene, infine, Montevertine, che vede una verticale di 14 bottiglie dal 2003 al 2020 aggiudicata per € 4.464, seguita da due lotti provenienti da un’unica collezione privata e battuti entrambi a € 3.224: 4 bottiglie de Il Cannaio 1985 e 1988 battute e 6 bottiglie de Il Sodaccio 1990.