Il Brunello di Montalcino Gualto Riserva è il cru dell’azienda agricola Camigliano, una produzione di nicchia di circa 8/9mila bottiglie all’anno, su un totale di 300mila, di cui 160mila di Brunello provenienti da 90 ettari vitati, di cui ben 50 a Brunello: una bella superficie da gestire per un’azienda attualmente già in conversione biologica, processo di passaggio che dovrebbe concludersi tra un anno circa.
“Gualto è il mio diminuitivo – ci dice Gualtiero Ghezzi, produttore e ingegnere – ed è la mia firma sul miglior Brunello che le vigne di Camigliano esprimono, un prodotto che s’identifica col meglio del meglio che l’azienda può esprimere, ma anche con la mia persona, la cui prima annata fu l’intensamente profumata 1998. Quando sono arrivato a Camigliano, l’enologo d’allora andava in vigna, assaggiava tre chicchi d’uva e decideva se era il momento giusto per vendemmiare, oggi l’empirismo è completamente sparito, infatti abbiamo un piccolo laboratorio interno per le analisi e cerchiamo di essere tempestivi per la valutazione di tutti i componenti, è tutto molto più scientifico, anche se in parte ci si affida ancora al buon senso di campagna. Essendo in una fase di reimpianto di alcuni vigneti, in questi ultimi anni ci stiamo concentrando sulla ricerca di particolari cloni più colorati e strutturati per creare prodotti che abbiano una maggior complessità e parametri d’equilibrio perfetti. Il Gualto è il risultato di un’accurata selezione delle uve con tre passaggi in vigna, raccolte tardivamente nelle ultime fasi della vendemmia – a Camigliano circa l’ultima decade di settembre, raramente la prima o seconda d’ottobre – dai vigneti con la miglior esposizione, che insistono su terreni d’argille sabbiose con fossili, marne e buone dotazioni di calcare. La raccolta è effettuata interamente a mano e la vinificazione, seguita meticolosamente in ogni fase, è tradizionale: la pigiatura è soffice, la fermentazione avviene in acciaio inox a temperatura controllata di 26-28 gradi, gestita con rimontaggi moderati e la macerazione sulle bucce è lunga, almeno 20-25 giorni. Il passaggio in legno è di 36 mesi in botte e altri due anni d’affinamento sono interamente compiuti in vetro. Il Gualto, che viene prodotto solo nelle annate migliori – usciremo col 2012, poi non uscirà nei millesimi 2013 e 2014, mentre sicuramente tornerà alla grande col 2015 – è un vino che possiede una notevole capacità d’invecchiamento in tandem con la qualità della materia prima, accuratamente selezionata in campagna. Nelle prime annate si cercava più la forza e l’intensità, mentre nelle ultime si tende ad andare verso la finezza, il consumatore oggi accetta vini meno strutturati, ma che siano bilanciati perfettamente, questo cambio di passo è avvenuto tra il 2006 e il 2010. Anche nell’uso del legno siamo passati da un iniziale impiego di legno anche piccolo, mixato col grande a oggi, che l’invecchiamento è affidato solamente a botti da 25 ettolitri di rovere di Slavonia o francese. La grande stoffa della Riserva Gualto è il risultato della selezione di vecchi cloni di Sangiovese e, anche dopo molti anni di conservazione, presenta ancora la sua originaria eleganza, che s’unisce all’evoluzione aromatica tipica dei vini di gran classe. E’ sempre interessante stapparlo dopo molti anni con la trepidazione dell’attesa e l’emozione della scoperta”. Noi ne abbiamo assaggiato alcune annate anche vecchie e abbiamo trovato belle sorprese… Un vino di carattere, oggi figlio della consulenza enologica del piemontese Beppe Caviola, con una sorprendente profondità di colore, che verte col tempo al rubino granato, al naso impressioni inchiostrate, balsamico con suadenti nuances di tostato, caffè, cioccolato e confettura di more. Poderosa la densità dei frutti rossi, che in bocca s’avvertono sontuosi, dalla fitta tenuta, cremosa e piena la bevibilità dei suoi aromi di fragrante mentosità. Da abbinarsi a piatti importanti, come cinghiale, scottiglia e formaggi molto stagionati o da degustare con con tutta calma come vino da meditazione.