Il Castello di Velona, imponente fortilizio d’origine alto-medievale facente parte del sistema di difesa della Repubblica di Siena, s’erge vicino al borgo di Castelnuovo dell’Abate su un suggestivo sperone di roccia che domina lo spettacolare paesaggio circostante, segnato a valle dall’antica Via consolare Clodia, che collegava l’Etruria meridionale a Roma.
La parte più antica del corpo di fabbrica è la torre di guardia del XII secolo, ancor oggi integra, che fu teatro di scontri tra le repubbliche di Siena e Firenze, ma la struttura fiorisce in pieno Rinascimento, quando fu trasformata in villa residenziale, come testimonia la loggia principale, mentre è tardo-medievale la parte retrostante del castello. La Velona è rappresentata anche nelle carte geografiche affrescate in Vaticano dal celebre cosmografo, geografo e matematico perugino Ignazio Danti. Il buio si abbattè poi sul Castello per molti secoli, infatti stava quasi crollando e bisognerà aspettare il 1997 per vederlo risorgere da rudere a lussuoso relais, grazie a una ristrutturazione eseguita rispettando la struttura originaria della dimora. L’hotel, acquistato nel 2003 dall’ingegner Gianluca Fabiani, ha poi visto un’ulteriore restyling e ampliamento, che ci ha consegnato quello che oggi è il cinque stelle “Castello di Velona Resort, Thermal SPA & Winery”, fiore all’occhiello della ricettività di Montalcino, dotato di ben 46 unità, tra camere e suites, ambienti dal comfort contemporaneo che raccolgono l’eredità della storia, nascondendo tra le mura i segreti di mille anni: travi a vista, soffitti a volta, pavimenti in cotto e grandi camini sono i gioielli della tradizione toscana, incastonati attorno a finestre da cui godere indimenticabili tramonti. Ogni camera inoltre è arricchita d’elementi propri, diversi in ogni abitazione: mobili d’epoca, pregiate decorazioni e dipinti realizzati a mano in differenti tonalità, tessuti e arredi dalle tinte calde e accoglienti, l’innata eleganza di uno stile tutto made in Italy. Ambientato nella nuova ala del castello, l’elegante ristorante gourmet “Settimo Senso”, che accoglie anche ospiti non residenti – a tenere le redini lo chef Mirko Caldino, d’origine siciliana e già affermato nel panorama gastronomico internazionale – dispone di 120 coperti e una terrazza da cui è possibile godere di un panorama unico sulla Val d’Orcia, dichiarata “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” dall’Unesco, che fa da cornice naturale a cene romantiche. La fonte termale trova origine nel Monte Amiata, antico vulcano ormai spento, che trasferisce all’acqua preziosi elementi nutritivi per la salute dell’organismo e la bellezza: definita anche ipertermale, grazie all’alta temperatura – è la più calda in Toscana, sgorga a 85°C – quest’acqua, ricca di sali minerali e contenente bicarbonato, è solfata, calcica, magnesiaca e acidula. La sua composizione chimica ne indica l’utilizzo a scopo terapeutico in patologie di pertinenza reumatologica, ortopedica, traumatologica, vascolare e dermatologica. È particolarmente idonea per le applicazioni di balneo-fangoterapia e ha ha effetti benefici comprovati sull’apparato osteo-artro-muscolare, la pelle e il sistema vascolare. E questa vera esclusività del Castello di Velona ha spinto la proprietà a creare una nuova area del castello dedicata al benessere con 19 camere, due piscine termali interne, due esterne panoramiche con jacuzzi e vista sulla vallata e una grande spa, che su prenotazione accolgono anche ospiti non residenti, nelle quali ritrovare la preziosa acqua. Ma prezioso è anche il territorio che incornicia il castello, un tessuto pregiato dalle sfumature variopinte, fra vigne, oliveti, piccoli campi di grano e dolci colline baciate dal sole. Infatti, proprio per la loro unicità, queste antichissime terre, inserite in un contesto naturale d’assoluto fascino, nella zona sud ovest del “continente Montalcino”, sono da sempre molto vocate per una vitivinicoltura d’altissima qualità. Così, tutt’intorno ai piedi delle mura, si trovano i cinque ettari dedicati ai vigneti dell’azienda agricola del castello, incastonati in quella che è stata da sempre definita una delle migliori zone di produzione della denominazione Brunello. Ma questa è un’altra storia…