Ais Toscana a Food & Wine in Progress, dalle Masterclass con i migliori sommelier d’Italia al premio speciale a Giorgio Pinchiorri: quando è la professionalità a fare la differenza.
Un interessante convegno sulla zonazione ha aperto la seconda giornata della manifestazione
Un’edizione all’insegna dell’eccellenza: Food & Wine in Progress ha portato sabato 1 e domenica 2 dicembre alla Stazione Leopolda di Firenze, migliaia di visitatori che hanno degustato circa mille vini ai banchi d’assaggio e che hanno potuto altresì apprezzare il ricco calendario di eventi predisposto per valorizzare le produzioni enologiche e contemporaneamente la figura del sommelier.
“Un’importante risposta del pubblico – commenta il Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini – che per noi equivale ad una promozione a pieni voti di una formula ormai collaudata, in cui crediamo e in cui vogliamo continuare a credere. Ancora una volta si sono create le sinergie giuste tra Ais Toscana e Unione Regionale Cuochi Toscani per tirar fuori un programma di assoluto interesse, in grado di valorizzare reciprocamente le proprie professionalità. Il mio primo Food&Wine in Progress da Presidente inoltre, non poteva avere battesimo migliore: con la consegna di un premio speciale, “L’Eccellenza di Food&Wine in Progress” a Giorgio Pinchiorri. Un’icona della ristorazione mondiale, un esempio per il mondo della sommellerie”.
A chiudere in bellezza la quarta edizione della manifestazione organizzata da AIS Toscana e Unione Regionale Cuochi Toscani con Cocktail in the World Mixology – in collaborazione con Coldiretti, Confcommercio e Confartigianato Imprese e con il Patrocinio della Regione Toscana – è stato dunque l’omaggio ad una personalità di primo piano per il mondo della ristorazione quale Giorgio Pinchiorri della pluristellata Enoteca Pinchiorri di Firenze, che rappresenta la perfetta unione di cucina e cantina, di come l’uno sia complementare all’altro nell’offrire un servizio di assoluta eccellenza.
In entrambi i giorni, l’Eccellenza è stata la parola d’ordine che ha legato i molteplici eventi in programma per gli amanti del vino: dalle esclusive Masterclass sul Riesling Renano di Palatinato e Mosella guidati dalla squadra dei sommelier toscani che hanno dominato il podio dell’ultima edizione del concorso per Miglior Sommelier d’Italia, alla partecipatissima degustazione di cioccolato in abbinamento a vini e distillati; dalle sessioni di AIS Wine School e i tour con AIS Wine Tutor, fino al gran finale con la consegna dei premi ai vincitori dei vari contest indetti tra i visitatori, nonché ai produttori di vino e agli chef, che si sono distinti nei campi della comunicazione, dell’etica aziendale, dell’innovazione e della tradizione.
La giornata di domenica in particolare ha visto protagonisti i vini non solo ai banchi d’assaggio ma altresì nel convegno che si è tenuto sul tema della zonazione – moderato da Chiara Calcagno – conduttrice di Wine TV, cui hanno partecipato il Presidente Nazionale di AIS Antonello Maietta,il Vicepresidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino Stefano Cinelli Colombini, il Presidente del Consorzio del vino Chianti Classico Giovanni Manetti, il Coordinatore della struttura tecnica del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano Paolo Solini e, in rappresentanza di un’area vitivinicola della Germania – Paese ospite in questa edizione – Reinhard Löwenstein per il Comitato Esecutivo Consorzio V.D.P.
Il concetto principale emerso da tale momento di confronto è stato che, conseguentemente alle mutazioni climatiche che costringono a spostare sempre più verso nord le produzioni di certe tipologie di vino, diviene “restrittivo” parlare di zonazioni perimetrate fisse, salvo per zone viticole di ampie dimensioni con territori particolarmente estesi e diversificati sia per suolo che per il clima. Ciascun vino ha un proprio terroir ed assorbe determinate caratteristiche in base all’area di produzione; tuttavia le variazioni di anche solo un elemento di equilibrio sono inevitabilmente un segnale che richiede di essere preso in considerazione e, pur rispettandone la territorialità, si pone la questione di non creare “gabbie” anacronistiche che ne impediscano lo sviluppo, ma di lavorare in direzione di una maggiore flessibilità a vantaggio della qualità.