“Oggi Domenico è una stella: è stato dato il suo nome Clerico ad un asteroide che vola sopra le nostre teste, sopra le nostre vite, un altro giro di giostra di quello che è stato, e continua ad essere, uno dei più grandi produttori di Langa”.
La storia della cantina Domenico Clerico, un grande nome del Barolo in Italia e nel mondo, coincide con la storia di un uomo che ha rivoluzionato il concetto della viticoltura nelle Langhe, animato dalla ricerca incessante della massima qualità e dal desiderio di sperimentare per raggiungere l’eccellenza che da sempre caratterizza i suoi vini.
Fin dal 1976, quando Domenico Clerico prese in mano l’azienda di famiglia a Monforte d’Alba – partendo da soli tre ettari di vigneto – e decise di scommettere su un territorio ancora poco conosciuto, convinto che attraverso un lavoro meticoloso in vigna e un’attenta vinificazione si potessero ottenere risultati straordinari. Un impegno lungo e costante, contrassegnato da grande passione e competenza: così Clerico è riuscito a scrivere la storia del Barolo, affermandosi come uno dei più importanti produttori a livello mondiale.
Ma la sua cantina non è solo Barolo: con l’obiettivo di mettere in luce le potenzialità del territorio di Langa, Clerico è stato un precursore nello studio del Nebbiolo, della Barbera D’Alba e del Dolcetto, il vino da cui ha iniziato a costruire il suo sogno.
Il suo legame intenso con la terra, il lavoro instancabile tra i filari e le peculiarità dei suoi vigneti hanno costruito negli anni un patrimonio unico. Un’eredità raccolta dalla moglie Giuliana e portata avanti da un team di appassionati collaboratori guidato oggi da Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale, nell’assoluto rispetto dell’impronta schietta e senza compromessi del suo fondatore.
LA FILOSOFIA
“Il mio obiettivo come vignaiolo deve essere solo quello di mettere in luce le potenzialità della nostra terra. Qui ogni vigna ha un suo carattere particolare, voglio esprimerlo al meglio nei miei vini” sottolineava Domenico Clerico la cui missione è sempre stata quella di tradurre la piena espressione del territorio in vini di altissima qualità e dal carattere inconfondibile.
LE ORIGINI
“Caro Papà, è con grande onore che accetto di far proseguire l’azienda che tu hai creato in una vita di fatiche!”. E’ il 1976 e Domenico Clerico assume le redini dell’impresa di famiglia che all’epoca coltivava alberi da frutto e conferiva l’uva ai consorzi senza vinificarla. Era una tipica piccola azienda agricola piemontese.
Tutto è cominciato con 3 ettari di Dolcetto, a cui negli anni si sono aggiunti altri appezzamenti con note territoriali ben definite e riconoscibili. Da qui il sogno di produrre grandi vini prese forma nell’unico modo possibile: acquisendo vigne di Nebbiolo, il nobile vitigno a bacca nera autoctono del Piemonte.
Nel 1977 Clerico acquista un terreno nel cuore della Menzione Geografica Aggiuntiva Bussia dove inizia a produrre il suo primo Barolo Bussia Briccotto. Un’espansione che continua nel 1981 con nuovi appezzamenti vitati a Monforte D’Alba: Ginestra (dove prende forma l’iconico Barolo DOCG “Ciabot Mentin”), poi Pajana nel 1990 e Mosconi nel 1995, da cui si ricava la punta di diamante della cantina, il Barolo DOCG “Percristina”, dedicato alla figlia di Domenico e Giuliana e prodotto solo nelle annate migliori.
In seguito, tra il 2005 e il 2006, spinto dall’innata passione per nuove avventure, Domenico decide di produrre un Barolo in un comune vicino a Monforte d’Alba ma per certi versi molto diverso, Serralunga d’Alba. Nasce così il Barolo DOCG “Aeroplanservaj”, l’aeroplano selvatico, il soprannome che il padre di Domenico gli aveva attribuito perché lo considerava un ragazzo capace di volare con la fantasia sulle colline delle Langhe e che ogni tanto atterrava per far parte, almeno un istante, del mondo reale.
LA VITICOLTURA RIVOLUZIONARIA DI DOMENICO CLERICO
Domenico Clerico appartiene a quella generazione che, a partire dalla fine degli anni Settanta, ha saputo credere in un sogno, quello di una viticoltura innovativa fondata sulla ricerca della massima qualità, in grado di far scoprire le potenzialità inespresse di un territorio e di cambiare il modo di interpretare il più famoso vino rosso piemontese.
L’unione delle forze con altri vignaioli ispirati dagli stessi principi e il coraggio di guardare all’estero cogliendo dalla Francia l’innovazione del diradamento in vigna e l’utilizzo delle barrique in cantina, daranno vita ad un Barolo basato sulla ricerca della concentrazione del corpo e del frutto.
Questo Barolo “moderno” s’impose come nuovo modello di riferimento sui mercati internazionali, Stati Uniti in primis. Inevitabile fu però la contrapposizione con gli storici nomi di Langa (la celebre diatriba tra “modernisti” e “tradizionalisti”) che fece a lungo discutere. «La differenza fra modernisti e tradizionalisti non esiste più. E se penso a botte piccola o botte grande, penso che il legno è lo strumento che ciascun produttore utilizza per fare un grande vino, seguendo la propria interpretazione personale», diceva Domenico Clerico.
Clerico possedeva la speciale dote di “vedere” il futuro, assimilando e implementando nuove idee con un vigore che oggi è ancora presente e vive attraverso i suoi vini. “Dopo dieci anni di cantina e bottiglia, quello che conta è solo quello che hai fatto in vigna”, diceva con convinzione. Oggi, i vini di Domenico Clerico sono veritieri e strettamente autoctoni, con una forte personalità, ma soprattutto unici.
L’AZIENDA OGGI
Domenico ha lasciato un’eredità preziosa ma impegnativa nelle mani della moglie Giuliana e di Oscar Arrivabene. “Domenico ci ha fatto un grande regalo: la voglia di guardare sempre avanti e immaginare il futuro, tra le tradizioni delle nostre Langhe e la continua voglia di migliorare” sottolinea Giuliana Clerico.
La passione, l’impegno e la capacità di innovare sono gli elementi che ancora oggi, dopo la sua scomparsa, contraddistinguono il percorso intrapreso dall’azienda sin dagli albori, secondo una concezione rispettosa della matrice varietale e territoriale. I vini Domenico Clerico esprimono questa filosofia incentrata sulla valorizzazione del vitigno, l’esaltazione di ogni singola annata e la comprensione profonda del territorio.
“La nostra forza è quella di costruire sulla stessa terra ma con concetti nuovi – afferma Oscar Arrivabene - L’idea è che il nostro vino non sia lo stesso dal 1976, ma che sia in costante evoluzione. Monforte è stata la nostra fortuna: è partito tutto da qui e ora puntiamo a produrre un Barolo che sia la carta d’identità di questo territorio nel modo più chiaro e rappresentativo possibile”.
L’azienda oggi conta 21 ettari vitati, per un totale di 110.000 bottiglie prodotte ogni anno e coltiva unicamente i tre vitigni piemontesi per eccellenza, Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, esportando in oltre 40 paesi del mondo.
IL TERRITORIO
L’azienda Domenico Clerico si trova a Monforte d’Alba, nelle Langhe, nel Comune più a sud degli undici nei quali si produce il Barolo DOCG, in una zona ormai famosa nel mondo per i suoi vini pregiati che si ricavano da 1.600 ettari coltivati a Nebbiolo, per una produzione totale che supera abbondantemente i 10 milioni di bottiglie.
Il territorio delle Langhe occupa la parte sudorientale del Piemonte ed è uno dei più suggestivi. Un susseguirsi di colline alte e strette, interrotto solo dagli iconici castelli: su queste ripide pendenze, ideali per coltivare la vite, e sui loro versanti migliori, Domenico Clerico impiantò i tre vitigni piemontesi Nebbiolo, Dolcetto e Barbera, a cui rimase sempre fedele.
I VIGNETI
“La vite unisce il cielo alla terra e nel suo frutto vivono sangue, luce e amore”: in queste parole di Domenico Clerico è racchiuso il legame indissolubile dei suoi vini con la terra da cui nascono.
Oggi, i vigneti si estendono su alcune delle migliori zone del Barolo di Monforte d’Alba e di Serralunga d’Alba. Situati ad un’altitudine che varia tra i 200 e i 450 metri sul livello del mare, ogni appezzamento ha un suolo particolare che forgia la ricchezza e le caratteristiche del vino a cui dà vita.
L’origine sedimentaria e marina delle colline di Langa ha generato un terroir molto caratteristico dominato dalle Marne di Sant’Agata fossili e da formazioni di Lequio. La ricchezza dei suoli e le caratteristiche microclimatiche ottimali contribuiscono in maniera determinante alla realizzazione di vini dalle qualità eccezionali.
I VINI E IL LEGAME CON IL TERRITORIO
Nelle Menzioni Geografiche Aggiuntive di Bricco San Pietro, Ginestra e Mosconi che circondano il comune di Monforte d’Alba e Monchiero con un’esposizione a sud, sud-ovest, nord-est ed est, si coltivano i vigneti di Dolcetto che danno vita al Visadì Langhe Dolcetto DOC, il vino da cui Domenico iniziò a costruire il suo sogno cercando di produrre un’eccellenza partendo dal vitigno più apprezzato dalle famiglie di Langa. Il Dolcetto è dunque l’amato capostipite dei vini Clerico, la cui prima bottiglia venne prodotta nel 1978. La vinificazione prevede la macerazione sulle bucce con delicata estrazione, per esaltare al massimo l’aromaticità e la bevibilità tipiche del vitigno. L’affinamento avviene in acciaio a temperatura controllata.
All’interno di tre differenti appezzamenti appartenenti a Bricco San Pietro e Ginestra, orientati verso ovest, nord-est e sud, sorge il regno della Barbera a cui Clerico rende omaggio con il Trevigne Barbera D’Alba DOC, un vino che cerca il giusto equilibrio tra la morbidezza e la vibrante acidità tipica del vitigno.
Prodotta per la prima volta nel 1989, nasce da viti di età media di 25 anni che ne determinano la robusta struttura e l’intenso colore. Raccolte una volta raggiunta la perfetta maturità, le uve seguono una macerazione che esalta tutto il loro potenziale e la ricchezza, senza perdere la naturale freschezza. L’affinamento è in rovere francese per completare ed aggiungere rotondità.
Dai terreni che guardano a ovest, racchiusi in Bricco San Pietro, nasce il Capisme-e Langhe Nebbiolo DOC, un vino che mette a nudo il “re dei vitigni di Langa” in tutta la sua purezza, rivelando una spiccata personalità monfortina. Capisme-e in dialetto piemontese significa capiscimi, entra nel mio mondo: e, in effetti, questo vino è la chiave d’accesso alla scoperta del Nebbiolo. L’etichetta è pensata per incuriosire chi la osserva, in un riuscito esame della vista che porta a scorgere tra le lettere la frase in dialetto piemontese. Viene vinificato tramite la macerazione sulle bucce, con delicata estrazione e massima cura per mantenere tutti gli aromi fruttati. L’affinamento avviene in acciaio e in anfora, dando vita ad un prodotto unico per caratteristiche organolettiche: l’anfora permette infatti una costante micro-ossigenazione, preservando la purezza del vino.
Nel cuore di Monforte d’Alba, in cima ad una collina, ad un’altitudine media di 350 metri con esposizione verso est e sud-est, nell’M.G.A. Ginestra sorge la vigna dell’Arte da viti che hanno un’età media di 40 anni. Qui cresce il Nebbiolo che dà vita all’Arte Langhe Rosso DOC, un vino che dal 1981 simboleggia il desiderio dell’azienda di cercare strade nuove, inesplorate, senza mai tradire le origini. Struttura e carattere da Nebbiolo, morbidezza ed eleganza dalla Barbera, vinificati separatamente per ottenere la massima espressione di entrambe le varietà, affinati in barrique francesi per 12 mesi e infine assemblati prima dell’imbottigliamento.
Dalle migliori vigne delle Menzioni Geografiche Aggiuntive di Ginestra, Bussia e Mosconi nasce il Barolo DOCG di Domenico Clerico, un vino che racconta l’essenza di Monforte d’Alba e la gioia, ma anche la fatica e l’impegno, che anno dopo anno tutto il team impiega per ottenere grandi risultati. Il Barolo DOCG è la carta d’identità dell’azienda. Un vino in costante evoluzione, con l’ambizione di voler essere la rappresentazione più pura del carattere di Monforte
Sempre nella M.G.A. Ginestra, sorge la vigna della Pajana che prende il nome da un antico passaggio che collegava Monforte d’Alba e Serralunga tutt’oggi percorribile a piedi. Questo vigneto, piantato nel 1971, riesce sempre a restituire nel Pajana Barolo DOCG, la cui prima annata risale al 1990, le note più esuberanti della Ginestra. Un vigneto in rigoglioso equilibrio, che da 30 anni racconta nel bicchiere l’incredibile caleidoscopio di sfumature che questa grande menzione geografica sa regalare.
La Ginestra è anche la culla del Ciabot Mentin Barolo DOCG, il primo vino con cui Domenico si fece conoscere nel mondo e la prima “bandiera” del Barolo posta in questo appezzamento. Il “Ciabot” è una casa nelle vigne, quasi un ricovero degli attrezzi, mentre Mentin era il soprannome del vecchio proprietario di questa piccola dimora rurale che sorgeva tra i filari prima che Domenico acquistasse la terra nel 1981. Secondo tradizione, il nome della vigna è rimasto lo stesso, quasi a voler dire che i proprietari passano ma la terra resta. Il Ciabot Mentin è uno dei vini che negli ultimi 30 anni hanno segnato la storia della denominazione Barolo.
Inserito nella “Top 100 Wines of 2020” di James Suckling e premiato con il punteggio straordinario di 99/100 attribuito all’annata 2010, Percristina Barolo DOCG è il vino più importante dell’azienda, dedicato alla figlia di Domenico e Giuliana. Un Barolo senza tempo, capace di stupire generazioni di appassionati. Nasce nell’omonimo vigneto a sud della Menzione Geografica Aggiuntiva di Mosconi, nel comune di Monforte d’Alba, ad un’altitudine tra 390 e 410 metri: la sua particolare esposizione a sud dona alle uve una ricchezza unica data anche dall’età delle viti che supera i 50 anni. Sin dal 1995, la prima annata, il Barolo Percristina regala un’esperienza sensoriale impagabile: nel bicchiere si rivivono 10 lunghi anni di affinamento, in una trama gustativa rara, densa di storia, dal profondo significato emotivo ed affettivo; molto più di un vino, un capolavoro prodotta solo nelle annate migliori.
Spinto dall’incontenibile voglia di cimentarsi in nuove avventure, Domenico Clerico nel 2006 scelse di esplorare il terroir di Serralunga d’Alba, un altro degli 11 comuni della DOCG. Qui, in un terreno esposto a ovest e sud-ovest, ad un’altitudine di 340 metri, sorgono le vigne da cui si ricava l’AereoplanServaj Barolo DOCG. Un vino reso ancora più iconico dalle etichette d’artista ispirate al mito del volo e della libertà e confezionato in una cassetta di legno pregiato da sei bottiglie su cui è incisa la leggenda che racconta di “un bambino mai cresciuto, che ha sempre voluto volare senza regole, selvatico nell’anima e nel cuore”.
LA SOSTENIBILITÀ
Amore e rispetto per il territorio, scelte improntate sulla massima tutela della biodiversità e dell’ecosistema, valorizzazione dei vitigni autoctoni e costante evoluzione della qualità sono i valori che hanno sempre guidato Domenico Clerico e che oggi Oscar Arrivabene porta avanti con convinzione.
Per mantenere un terreno sano, vitale e ricco di risorse naturali, al termine della vendemmia in vigna viene messo a dimora il sovescio, una miscela di sementi che favoriscono la formazione di sostanza organica e apportano naturalmente azoto al suolo. Grazie ad essenze come il rafano, invece, è possibile contrastare l’insediamento dei parassiti vettori di virosi. Inoltre, l’azienda investe nella ricerca di soluzioni all’avanguardia per assicurare il rispetto dei tempi della natura, scegliendo solo la raccolta manuale e mantenendo basse le rese, utilizzando energia solare pulita e vetro riciclato. La forte attenzione alla sostenibilità, improntata alla valorizzazione delle caratteristiche uniche di ogni vitigno, permette di ottenere vini di qualità capaci di raccontare al mondo la propria storia.
L’ARTE DEL VINO - UN VINO PER L’ARTE
Arte Langhe Rosso DOC nasce dal desiderio di Domenico di creare un vino che sapesse racchiudere in sé eleganza, ricchezza al palato e personalità, un vino che sapesse raccontare la Langa.
A questo vino è legato il progetto Arte Edizione Limitata che racconta il binomio arte e vino fatto di bellezza, radici e valori, attraverso l’opera di artisti come Bruno Murialdo e Paolo Baraldi, autori di etichette artistiche che catturano l’essenza del vino, le caratteristiche dell’annata e la sua personalità.
Per Arte Edizione Limitata, l’azienda ogni anno sceglie 2 artisti, due anime affini alla visione di Domenico Clerico, il cui compito è creare 10 opere esclusive: 10 diverse etichette tra cui il cliente potrà scegliere per personalizzare la propria magnum di Arte Langhe Rosso DOC. Inoltre, l’opera più apprezzata di ciascun artista verrà permanentemente esposta in cantina.
Il Vino
Il Langhe Rosso, la cui prima annata risale al 1981, fu un vino importante per Domenico Clerico, tra i primi ad invecchiare in un contenitore nuovo per la Langa di quei tempi, la barrique. Ben presto divenne uno dei vini più conosciuti e ricercati di quegli anni, un vero e proprio ambasciatore del territorio.
Il progetto Arte legato a questo vino, a base di Nebbiolo e Barbera, consente alla cantina di sperimentare, ricordando sempre però da dove Domenico Clerico era partito: e cioè dal Piemonte degli anni ’70, in cui il Nebbiolo, era ancora solo per pochissimi eletti e cercava il suo spazio e nuovi modi per farsi conoscere. Arte Langhe Rosso DOC – Edizione Limitata affina per 18 mesi in fusti di Rovere. L’annata attualmente in vendita è la 2018.
LA CANTINA
La cantina è il luogo della riscoperta e della conservazione delle pratiche enologiche tramandate dal suo fondatore. “Bisogna sempre guardare avanti, perché quello che è di ieri è già vecchio” amava sottolineare Domenico Clerico.
Il progetto della sede attuale dell’azienda, firmato dall’architetto Marco Gini, ha trasformato la cantina in una moderna ed elegante struttura di grande impatto visivo. Un progetto concreto e contemporaneo, fortemente voluto da Domenico Clerico e realizzato nel 2006 per vinificare in impianti rinnovati, utilizzando soluzioni tecnologiche (sgranellatrici per la diraspatura e selezione delle uve, impianti di umidificazione per creare condizioni stabili e ideali per la maturazione del vino in legno in barricaia e bottaia) che valorizzino la qualità della materia prima e assicurino un processo di vinificazione ineccepibile.
LA BARRICAIA E LA BOTTAIA
La barricaia e la bottaia sono immerse in un silenzio quasi sacrale. Qui i rossi di Domenico Clerico evolvono e riposano in barrique di rovere francese e in botti di legno selezionato, utilizzate per esaltare la struttura, affinare l’eleganza e completare la maturazione dei vini, fino al raggiungimento del perfetto equilibrio. Qui tutto è bellezza, serenità, e funzionalità.
L’ACCOGLIENZA
Monforte d’Alba, adagiato nel cuore delle Langhe e riconosciuto nel 2018 come uno dei Borghi più belli d’Italia, sorge in cima alla Strada del Barolo e domina il panorama scandito da vigneti e colline. Un percorso suggestivo, tra arte, natura e storia, che conduce fino all’azienda.
Le porte della cantina sono aperte, pronte ad accogliere appassionati e visitatori da tutto il mondo. I tour guidati si svolgono su appuntamento e prevedono la visita dei vigneti, della cantina e della barricaia, con una spiegazione accurata delle varie fasi di produzione del vino, dalla vendemmia alla vinificazione. I tour si concludono con la degustazione della migliore selezione di vini di Domenico Clerico.
Per maggiori informazioni