Colline Albelle dopo “Inbianco” presenta “Inrosso”

Pubblicato il 25 ottobre 2022

Un’espressione di Merlot che parla di rispetto del microcosmo di Riparbella

La giovane azienda Colline Albelle è lieta di presentare la sua seconda interpretazione enologica del territorio di Riparbella. Dopo “INBIANCO”, vermentino che ha debuttato nel 2021, oggi è pronta a debuttare al mondo “INROSSO”, un Merlot, frutto della vendemmia 2020 che esprime l’anima rossa di questo microcosmo toscano e fuori, per ora, dalle rotte del turismo enogastronomico.

L’azienda vitivinicola Colline Albelle nasce nel 2016 dall’incontro di tre appassionati della Toscana: l’enologo francese Julian Reneaud e due donne bulgare, Dilyana Vassileva e Irena Gergova. La passione, infatti, li ha portati a scoprire una tenuta a Riparbella sulla Costa Toscana: “Abbiamo svoltato in una strada stretta e abbiamo iniziato una rapida salita, a circa 350 mt slm siamo stati accolti da un panorama aperto , il sole e poche nuvole pennellate sullo smalto blu del cielo. A catturare la nostra attenzione un vigneto abbandonato, bellissimo e di grande potenziale. Abbiamo deciso di riportarlo in vita”, racconta Dilyana che insieme a Irena e Julian decide di investire su questa terra.

Così il sogno prende forma: Julian ha saputo dare al progetto enologico una lettura tecnica ma al contempo passionale, dandone un’interpretazione moderna e contemporanea che affonda le radici nei principi di sostenibilità̀ e biodiversità̀. Dilyana ha fornito le linee guida per la definizione dei vini, mentre Irena si è occupata della parte artistica del progetto.

“La filosofia di viticoltura su cui si fonda il mio lavoro”, spiega Julian Reneaud, “si basa sul concetto biologico e biodinamico. Biologico per il non utilizzo di pesticidi sistemici. Biodinamico per la ricerca di armonia tra tutti attori di un’azienda, dall’uomo a tutti gli organismi viventi che animano il “microcosmo” vigna”.

Un sentire questo che accomuna il lavoro di tutto il gruppo e si traduce in una sensibilità̀ ecologica come necessità imprescindibile. In questo luogo magico, la natura fa la sua parte, donando tanta ricchezza che richiede, però, lavoro e rispetto. I vigneti si trovano sui morbidi crinali di due colline e godono dell’influsso della brezza marina. I suoli sono sabbiosi, ben drenati e ricchi di calcare. Preziose acque sotterranee rendono i terreni freschi che naturalmente ritardano la maturazione delle uve e aiutano a sviluppare una corretta acidità̀.

Le particolarità̀ dei vini di Colline Albelle si possono attribuire alle scelte prese in vigna. Ogni vino deriva da una parcella precisa secondo la volontà di Julian di lavorare con: Una parcella, Un vitigno, Un vino. “Questa la mia filosofia di viticoltore: ogni vino proviene da una sola parcella. Non fare assemblaggi per me significa rispettare al meglio il territorio e permettergli di esprimersi in tutte le sue sfumature”.

La vendemmia 2020 è stata la prima prova per Colline Albelle mentre per i vigneti si è trattato di un “ritorno al lavoro” dopo alcuni anni di abbandono. La gestione del canopea ha creato le condizioni uniche di maturità̀ dell’uva creando diversi stadi di sviluppo dei grappoli con differenza di crescita, regalando un equilibrio tra ricerca di maturità tecnologica, fenolica e tensione. “Ai vini”, racconta Julian, “ cerco di dare un’espressione verticale di leggerezza aromatica definita e precisa che tende alla lunghezza piuttosto che all’immediatezza, un carattere distintivo ovvero sapidità̀ per Inbianco, densità e tannini per Inrosso e, elemento più importante per me, eleganza e dinamismo.”

Le uve di merlot sono state raccolte in perfetto stato sanitario a metà agosto, garantendo un grado alcolico contenuto, aromi freschi e fruttati. I grappoli spargoli dal colore intenso e deciso hanno permesso di lavorare lentamente in vinificazione e a bassa intensità̀ sull’estrazione. La narrazione gustativa di Julian mette in luce come “ne derivi un bouquet delicato, dal frutto pieno e suadente di mirtillo e foglie di pomodoro con note balsamiche che sfumano nell’aroma di pino e di mare. Un sentore erbaceo di fondo rende Inrosso riconoscibile ed identitario con tannini corposi, densi ma vellutati al tempo stesso. I sapori che richiamano il vegetale e il terroso creano una struttura a strati, ampia e profonda declinando in un modo personale l’ essenza del luogo”.

Al merlot di Inrosso e al vermentino di Inbianco, si aggiungono sangiovese, ciliegiolo, canaiolo bianco e petit manseng coltivati con la stessa passione e cura. Una piccola collezione di cru di vitigni autoctoni e alloctoni che puntano a comporre nel tempo una gamma di vini accurati e autentici che sapranno emozionare e raccontare a modo loro il terroir di Riparbella.