Un viaggio lungo nove mesi attraverso 20 città dell’Alto Piemonte e Grande Monferrato per raccontare ad esperti, wine lovers o semplici appassionati di buon cibo, cultura e benessere, la ricchezza e la varietà dell’offerta enoturistica di questo bellissimo angolo del Piemonte.
Si è inaugurato oggi il grande evento CITTÀ EUROPEA DEL VINO 2024 che da marzo a novembre di quest’anno trasformerà idealmente l’Alto Piemonte e il Gran Monferrato in una macroregione del vino dove, attraverso diversi tipi di esperienze, sarà possibile scoprire le tante e diverse eccellenze di questi territori.
Nello scorso luglio l’Alto Piemonte e il Gran Monferrato è stato insignito da RECEVIN del riconoscimento di Città Europea del Vino 2024, il titolo che a rotazione premia le migliori realtà produttrici di un territorio italiano alternandosi con altre città vitivinicole di Portogallo e Spagna.
L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato saranno quindi una vetrina tra le grandi aree vitivinicole europee, portando sui territori eventi promozionali, strategie di marketing, studi universitari e collaborazioni internazionali, coinvolgendo consorzi di tutela, Camere di commercio, enti locali, aziende, università, con positive ricadute economiche e turistiche.
Per tutto il 2024 la vera protagonista sarà la parte “off” dedicata a turisti ed enoturisti che prevede ben 40 tra tour, cene, wine days e mostre mercato, 4 eventi musicali, 3 premi letterari e fotografici, 10 momenti formativi e di approfondimento – tra i quali un percorso sull’enoturismo – con Roberta Garibaldi.
Il via a questa grande e lunga kermesse venerdì primo Marzo ad Acqui Terme e sabato ad Ovada e Casale Monferrato con la riunione plenaria di RECEVIN con gli enti istituzionali, i sindaci e le delegazioni, per la presentazione ai partecipanti del programma degli eventi “Alto Piemonte Gran Monferrato Città Europea del Vino 2024”.
Come sottolineano le istituzioni del territorio è un’occasione molto importante per far conoscere e dare risalto ai grandi vini di Alto Piemonte e Gran Monferrato, raccontare la storia dei produttori, la bellezza dei paesaggi sapientemente coltivati accanto a quelli meravigliosamente selvaggi.
La 2023 è un’annata che i tecnici definiscono «molto buona» assegnando alle uve una media qualitativa di «otto stelle» su dieci. Il Piemonte si conferma come la seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato con un giro d’affari per il comparto vinicolo che cresce a quota 1.362 milioni di euro (erano 1.235 milioni nel 2022). (fonte: https://www.vignaioli.it/wp-content/uploads/2024/01/cs-anteprima-vendemmia-2023.pdf)
Stiamo parlando dei grandi Nebbioli dell’Alto Piemonte, gli autoctoni Vespolina e Uva Rara, i tradizionali e sempre più amati rossi dell’Acquese e Casalese: Barbera, Grignolino e Dolcetto; insieme agli aromatici Brachetto e Moscato. Una ricchissima produzione che beneficia sia dalla complessità geomorfologica che dalla varietà dei suoli. Questa biodiversità straordinaria si rispecchia in produzioni vinicole di alto livello con notevoli punte di diamante.
E dietro questi numeri, un altro fenomeno in crescita: l’enoturismo sul territorio dell’Alto Piemonte e del Gran Monferrato. Viaggiatori soprattutto italiani ed europei, sempre più alla ricerca di esperienze enogastronomiche come elemento centrale e non collaterale del viaggio. In tal senso il territorio saprà farsi trovare preparato nel predisporre il corretto storytelling, incentrato su una zona geografica che fa della biodiversità e del rispetto della natura e dello stile di vita rurale il suo principale valore.
«Il percorso che inizia in questi giorni - sottolinea il Presidente del Comitato promotore, Mario Arosio - è un risultato straordinario raggiungibile solo grazie alla collaborazione e all’impegno di tutti i soggetti coinvolti in questa incredibile avventura, che hanno saputo esprimere un intelligente senso di partecipazione creando un’occasione storica per far conoscere e dare fama ancora maggiore ai grandi vini di Alto Piemonte e Gran Monferrato».
Una prestigiosa vetrina europea per i nostri vini che compongono un’offerta che non teme paragoni: i grandi Nebbioli dell’Alto Piemonte, gli autoctoni Vespolina e Uva Rara ma anche i tradizionali e sempre più amati rossi dell’Acquese e Casalese, Barbera, Grignolino e Dolcetto, insieme agli aromatici Brachetto e Moscato.
«Un riconoscimento - ha commentato l’Assessore al Turismo della Regione Piemonte, Vittoria Poggio - che attesta ancora una volta il primato piemontese in questo settore, che attira migliaia di turisti e investitori. E ne attirerà ancora di più grazie alla programmazione nelle nostre venti città. Un plauso, dunque, agli amministratori locali e al Comitato promotore, che hanno fatto squadra con un programma approvato dalla commissione di Recevin e che mette un ulteriore sigillo sulla qualità del prodotto piemontese e sulla capacità di promuoverlo».
«Il progetto Città Europea del Vino - ha rimarcato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa - si traduce in una grande occasione di offerta promozionale a livello europeo per tutto il territorio legato ai vini di qualità certificati, che vanno dai grandi Nebbioli dell’Alto Piemonte, Ghemme e Gattinara, ai bianchi dell’Ovadese e Gavi, ai rossi dell’Acquese e Casalese, Grignolino e Dolcetto, insieme agli Aromatici.
Questo è un punto di partenza per lavorare negli anni successivi ed essere più attrattivi per i visitatori europei». – che potranno fregiarsi del titolo di “Città Europea del Vino”, per tutto il 2024.