L’azienda Castello La Leccia, fondata nel 1920, si trova in località La Leccia (comune di Castellina in Chianti, Siena) nel cuore del Chianti Classico, in una posizione che domina la Val d’Elsa.
La proprietà si estende per centosettanta ettari, gestiti seguendo pratiche biologiche, dei quali: diciassette ettari vitati e dieci ettari di olivete (dove si coltivano, secondo la tradizione toscana, piante di Leccino, Moraiolo e Correggiolo), tra boschi di lecci secolari.
Incastonato in questo contesto naturale ricco di biodiversità, si trova il
Castello La Leccia, una costruzione molto antica, che risale al 1077.
Si tratta di un antico borgo arroccato su un colle a 450 metri sul livello del mare, e rappresenta un punto panoramico dal quale lo sguardo spazia su un paesaggio magico: quinte di colli dalle mille sfumature di verde s’inseguono, interrotte solo dalle torri di San Gimignano, che dirottano lo sguardo verso il cielo azzurro.
Nel corso degli anni questo edificio ha subito numerose modifiche, assumendo un aspetto più simile ad una splendida villa, soprattutto dopo che l’antica torre fu distrutta durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Questa struttura ospita un lussuoso agriturismo, costituito da dodici suites e dotato di una splendida piscina panoramica a sbalzo che si affaccia sui vigneti offrendo una vista emozionante.
Nel corpo centrale del castello, nella parte della villa una volta destinata a limonaia, si trova il ristorante, dove la tradizione toscana è interpretata con ricercatezza, e la grande cura della materia prima e della stagionalità si accompagnano ad un servizio efficiente e discreto.
Davanti alla villa, un giardino all’italiana si dispiega verso la vallata con un’elegante danza di ordinate forme geometriche in un’armonica combinazione tra arte, natura e architettura.
Castello La Leccia produce quattro etichette: il “Vivaio del Cavaliere”(Toscana IGT), il Chianti Classico DOCG, il Chianti Classico Riserva DOCG e “Bruciagna”, il Chianti Classico Gran Selezione DOCG, quattro grandi rossi, tre dei quali a base di Sangiovese in purezza, in grado di far assaporare la ricchezza espressiva di questo vitigno simbolo della toscanità. Il Sangiovese parla il nobile dialetto di quella specifica zona in cui cresce, e attraverso il sapiente assemblaggio delle uve dei diversi vigneti svela tutti i lati del suo carattere.
Per la “Gran Selezione” Castello La Leccia vengono scelte esclusivamente le uve provenienti dal vigneto Bruciagna: situato a quattrocento cinquanta metri s.l.m, su un suolo in prevalenza argilloso-sabbioso ricco di Galestro, questo vigneto conferisce una sua impronta ben definita al Sangiovese e riesce a mantenerne costanti le caratteristiche a prescindere dall’annata.
I vigneti aziendali, tutti esposti a sud e sud-ovest, occupano cinque diverse zone intorno al Castello, ad altitudini variabili fra i trecento e i cinquecento metri.
I terreni sono poco fertili, ben drenati e il clima è asciutto: elementi chiave per ottenere uve di ottima qualità.
In questa zona il suolo è povero, ricco di scheletro e costituito da roccia calcarea e galestro, uno scisto argilloso che si sfalda facilmente e che, in presenza di acqua, si scioglie cedendo al terreno microelementi particolarmente preziosi per la pianta. Questo tipo di roccia ha un’azione modulatrice sul grado di umidità, possiede caratteristiche drenanti, ma in momenti di stress idrico è in grado di trattenere un certo livello di umidità grazie alle sue inclusioni argillose.
Il territorio in cui si trova l’azienda Castello La Leccia nel suo insieme, con le sue componenti strutturali, sia antropiche che naturali, assume una valenza che diventa simbolica: è un’icona paesaggistica a livello mondiale.
Il paesaggio di questo angolo di Toscana è unico, ricco di biodiversità, con caratteristiche geomorfologiche eterogenee e una profonda tradizione storico culturale.
La salvaguardia della biodiversità è la condizione essenziale per il miglioramento genetico delle specie vegetali e animali.
Il Terroir è garanzia di qualità, e rappresenta il valore aggiunto al vino che noi beviamo.
La viticoltura può essere uno strumento importante per il mantenimento e la valorizzazione di un territorio se si seguono i parametri di una viticoltura etica e a basso impatto ambientale, tesa a preservare la vitalità del suolo e a garantire la sua naturale espressione.
L’azienda agricola Castello La Leccia segue da molto tempo i criteri dell’agricoltura biologica e sette anni fa ha ottenuto la certificazione.
Nei vigneti aziendali, dove si coltivano Sangiovese, Malvasia Nera e Syrah, l’utilizzo di rame e zolfo nella difesa fitosanitaria è ridotto al minimo. Il giusto apporto di sostanze organiche al terreno è assicurato in modo naturale: tra i filari crescono orzo, trifoglio e senape, ed il compost è ricavato dalle vinacce e dai raspi.
Per ottenere un prodotto di qualità occorrono delle uve sane e con il grado di maturità desiderato. Nell’azienda Castello La Leccia ai vigneti si dedica una cura minuziosa e capillare che porta a conoscere e comprendere le condizioni di ogni singola pianta, vite per vite, così da essere pronti ad intervenire tempestivamente.
La ricerca del naturale equilibrio del vigneto è essenziale per far emergere tutte le sfumature offerte da questo particolare territorio.
Le uve vengono vendemmiate e vinificate separatamente selezionando con cura ogni parcella di ogni singolo vigneto.
In cantina la fermentazione, avviata dai lieviti autoctoni, si svolge in vasche di acciaio a temperatura controllata. Dopo la svinatura, il vino prosegue la fermentazione malolattica nel cemento.
La fase successiva, forse la più delicata, è l’assemblaggio, nel Chianti Classico, del Sangiovese, che proviene da quattro distinti vigneti e si presenta dunque con caratteri e profumi assai diversi tra loro.
Per l’affinamento, la scelta fra vasche di cemento, botti di rovere, tonneaux oppure barriques è dettata dalla considerazione di ogni singolo caso specifico.
A Castello La Leccia il vino è il frutto di un attento lavoro che cura ogni dettaglio e ogni sfumatura e che non può e non deve essere mai standardizzato: perché il vino non nasce solo dalla vigna, ma anche dall’ambiente che circonda la vigna.