Con gli artisti Vittoria Palazzolo e Alain Bonnefoit
Curatela: Fabio Calvetti & Armando Xhomo
Il concetto dei “Dialoghi Paralleli” esprime una profonda chiave di interpretazione della contemporaneità: sono “Dialoghi Paralleli” tutte quelle conversazioni, diverse tra loro, che nel loro percorso si susseguono senza mai perdere la propria unicità; tutti quei confronti che grazie alla propria vicinanza si arricchiscono ma non disperdono la voce del proprio interlocutore. La prossimità continua data dal parallelismo, qualunque esso sia, è simbolo di rispetto, reciprocità ed apertura. La mancanza di intersezione, tipica del parallelismo, ha un forte significato simbolico: non è mancanza di incontro ma confronto costante lungo tutto il cammino.
E’ infatti proprio con questo spirito che l’esposizione è stata progettata a Castello di Albola: la tenuta non solo ospita un dialogo artistico, quello di Vittoria Palazzolo e Alain Bonnefoit, ma lo accoglie, se ne prender cura e lo arricchisce attraverso la propria identità. Qui, le opere che sono state create dai due artisti non raccontano solo sé stesse, ma contribuiscono ad arricchire l’esperienza estetica del visitatore all’interno del luogo che le accoglie. Non sono dunque semplici oggetti nei quali imbattersi, elementi che generanno curiosità in virtù del loro “essere inaspettati” all’interno del luogo, bensì veicoli che invitano ad andare oltre: scoprire il luogo e la cultura che custodisce con occhi diversi.
Sempre il tema “Dialoghi Paralleli” esprime il rapporto colloquiale tra le opere di Vittoria Palazzolo e Alain Bonnefoit: due artisti, profondamente diversi dal punto di vista del percorso e della propria tecnica artistica, ma anche profondamente interessati a cogliere il senso. All’interno del percorso esperienziale progettato a Castello di Albola, le opere offrono al visitatore diverse visioni di mondi, significati e soggetti: espressioni differenti di due diverse menti creative che si incontrano, trovano ognuna il proprio spazio specifico, e non si scontrano ma si arricchiscono nella reciprocità espositiva.
La Toscana è famosa per i propri paesaggi suggestivi, la sua ricca storia e cultura e il suo patrimonio enogastronomico. Esporre le opere in una cornice così suggestiva, come quella di Castello di Albola, amplifica l’impatto emotivo dell’arte, creando una sinergia attiva e dinamica, tra il contesto naturale e culturale e le opere esposte. Integrare la fruizione dell’arte e l’esperienza di degustazione del vino dà vita ad un ambiente multisensoriale che coinvolge i visitatori in modo più profondo. Il processo stesso di produzione del vino può essere considerato un’arte: dalla coltivazione delle vigne alla vinificazione, ogni fase richiede una maestria che può essere paragonata alla creazione artistica. I vignaioli, con la loro dedizione e competenza, “dipingono” il territorio attraverso il vino, esprimendo la storia, il clima e le caratteristiche uniche. L’arte e il vino condividono un forte legame con la cultura e la storia ma Castello di Albola valorizza ulteriormente le opere esposte attraverso la propria forza, attraverso la propria identità. Il contrasto apparente tra la modernità delle opere e la dimensione tradizionalmente agreste del vino, proprio qui, dà vita ad interessanti conversazioni estetiche e concettuali. Questo dialogo tra i due mondi continua a evolversi, riflettendo le mutazioni della società e contribuendo alla creazione di nuove forme di bellezza e di espressione artistica.
Vittoria Palazzolo
L’arte e il vino sono entrambi legati intimamente alla cultura e al piacere. Hanno in comune la capacità di permettere di scambiare, scoprire e condividere. Sono valori che ho ereditato da mio nonno e che ho sempre cercato di applicare alla mia vita, nel mio lavoro, nei miei amori e nelle mie amicizie. Se la Venere di Tiziano mi appare come la genesi della mia ammirazione per i pittori italiani del XV secolo, non saprei dire quale dei vini di Sancerre ha scatenato la mia passione per il vino. Mi piace pensare che le curve delle donne che dipingo e le rotondità dei vini che bevo risveglino in me e in coloro con cui le condivido un’emozione memorabile. Ed è proprio qui, a Castello di Albola, che le mie opere, in dialogo con quelle di Vittoria Palazzolo, disvelano il proprio senso.
Alain Bonnefoit
Particolarmente interessante notare ulteriori “Dialoghi Paralleli”: Vittoria Palazzolo e Alain Bonnefoit ricevono il testimone dagli artisti Fabio Calvetti & Armando Xhomo, che hanno presentato a Castello di Albola le proprie opere in occasione della prima edizione, e quest’anno ritornano con grande piacere in qualità di curatori del nuovo progetto espositivo. Questo elemento apparente banale racchiude in sé un notevole significato simbolico: la creazione di un racconto virtuoso costituito da “Dialoghi Paralleli” che si arricchiscono vicendevolmente, nelle opere esposizione così come nella curatela espositiva.
Oltre 25.000 mila visitatori giungono ogni anno a Castello di Albola: un luogo che appassiona per la sua bellezza unica, l’architettura caratteristica del borgo medievale e la cultura vitivinicola che custodisce da generazioni. Quest’esposizione è parte di un percorso più ampio di Castello di Albola nel mondo dell’arte: un cammino volto a dar sempre più Valore al territorio e alla sua eredità, alla sua identità e alle sue tradizioni.
Noi che custodiamo questi luoghi per le generazioni future abbiamo il dovere di continuare a promuovere questi scambi così da interpretare insieme questo patrimonio senza eguali che abbiamo ereditato …e siamo invitati a farlo mentre degustiamo un buon bicchiere di vino: un simbolo di buona convivialità, apparentemente semplice e per alcuni banale, che è capace di raccontare tante storie diverse dalla sua ma tutte di egual Valore.
Alessandro Gallo – Direttore ed enologo di Castello di Albola