Camminare nei mille colori della biodiversità

Pubblicato il 28 aprile 2021

Dalla primavera all’estate, da zero a 2000 metri, in Trentino si rincorrono le fioriture di tantissime specie che trasformano prati e pendii in variopinte tavolozze: i meleti in Val di Non, i bucaneve sul Monte Baldo

In Trentino la primavera è un racconto della natura che si sveglia. Un racconto in divenire, territorio per territorio, settimana dopo settimana. Fiori, animali e piante rinnovano il loro instancabile rito della rinascita, espressione di bellezza e pura energia vitale di questa ricca biodiversità presente sul territorio. Un’autentica esplosione di colori che in poche settimane vivacizza il paesaggio delle valli, per poi iniziare a salire verso gli alpeggi e le praterie in quota. Camminare o pedalare nelle valli trentine è un piacere per gli occhi e anche per il fisico, mentre si annusa l’aria ricca di profumi intensi, stimolati dal gioco dei colori che nei prati accostano le più diverse tonalità: spruzzate di giallo, di blu, tocchi delicati di rosso, tappeti di bianco.

Itinerari tra le fioriture

Il territorio del Parco Naturale Locale del Monte Baldo, è conosciuto fin dal medioevo dai botanici di tutta Europa per la sua straordinaria biodiversità e ricchezza di specie endemiche preglaciali, che hanno potuto giungere fino a noi perché hanno colonizzato le aree più in quota non coperte dalle calotte glaciali nel Quaternario. Già nel 1500 Giovan Battista Olivi, medico farmacista e letterato cremonese, a lungo al servizio dei Gonzaga, aveva definito il massiccio del Monte Baldo “Il giardino d’Italia”, Hortus Italiae. Per questo molte tra le specie botaniche più rare vengono accompagnate dall’aggettivo baldensis, che ne riconosce l’unicità. Le più comuni però, come l’arnica, gigli, genziane, orchidee, botton d’oro e gerani argentati, tra maggio e giugno creano sulle praterie in quota coloratissimi tappeti che si osservano percorrendo gli itinerari del Parco. Genziane, orchidee blu, gigli rossi, e sulle rocce anche il geranio argentato, si possono osservare camminando dal rifugio Graziani verso Malga Campo, Bocca Paltrane per raggiungere il rifugio Malga Campei nella Val Paròl. E appena sciolta l’ultima neve, tappeti di bucaneve circondano il sentiero che da Polsa di Brentonico sale in direzione di Malga Susine fino alla Bocca d’Ardole e alle postazioni della Grande Guerra del vicino Corno della Paura.

Tra primavera e inizio estate sono più di mille specie di fiori spontanei a colorare i prati della Val di Ledro, una ricchezza di biodiversità che ha permesso di includerla nella Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria. Sono specie tipiche della flora mediterranea – nelle zone più prossime al Lago di Garda – mentre le stelle alpine fioriscono sulle creste sopra i 2000 m attorno alla Val di Concei.

Particolarmente facili da raggiungere sono i pascoli in località Dromaè, un alpeggio sopra il paese di Mezzolago: un paio di ore di cammino attraversando pinete di Pino Silvestre, faggete, boschi di latifoglie. Da maggio a giugno i pascoli si trasformano in un tappeto bianco e fucsia pieno di narcisi e peonie selvatiche e, con un po’ di attenzione, tra i camminamenti della Grande Guerra, si possono osservare anche orchidee selvatiche, anemoni e gigli.

In Valle del Chiese sopra l’abitato di Bondone, al confine con la provincia di Brescia, ecco l’Alpe di Tombea. Nei primi anni del 1800, tra i pascoli ai piedi di Cima Tombea, si spinse Kaspar Von Stenberg, un botanico di Praga, e con grande emozione si imbattè in rarissime specie floristiche mai osservate altrove. L’appellativo tombeanensis completa il nome di questi endemismi, rari e unici, che da oltre due secoli vengono studiati solo qui. Il fiore più raro si chiama Saxifraga tombeanensis e i maggiori erbolari d’Europa ne conservano almeno un esemplare. L’alpeggio in quota si raggiunge partendo da Bondone, il borgo dei carbonai sopra il Lago d’Idro, uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Dalla Malga Alpo, in località Plogne, lungo mulattiere di guerra, che non stancano le gambe, in un’ora si raggiunge Bocca Cablone.

In Val di Non la fioritura dei meli a fine aprile riempie i versanti di colori delicati e deliziosi profumi. Un momento irripetibile per scoprire questa valle ricca di piccoli borghi carichi di storia, ma anche di ambienti naturali davvero particolari come i numerosi canyon. Luoghi che si raggiungono grazie a percorsi escursionistici o in mountain bike e che attraversano le distese di meleti in fiore. L’itinerario didattico “Al Meleto” è una passeggiata di soli 5 chilometri (si percorre in meno di 2 ore) per grandi e piccini. Un itinerario per scoprire luoghi nuovi, conoscere le mele e come vengono coltivate grazie ad alcuni pannelli didattici, giocare con gli insetti, ammirare scorci sulla valle insoliti. La partenza è dal centro di Romallo. E volendo arricchire di emozioni per gli occhi una visita aCastel Thun, il più monumentale dei tanti castelli presenti in valle aperti al pubblico, il consiglio è di salire a piedi da Vigo di Ton seguendo il percorso che si snoda, appunto, tra i meleti in fiore. Ad aprile, Dolce Fiorire propone diverse attività tra i meli in fiore: passeggiate, visite guidate ai frutteti storici dove si coltivano antiche varietà di mele e di pere, wine trekking dedicati al Groppello di Revò, vitigno tipico della valle delle mele.

Approfondimenti

Giardino botanico di Brentonico. All’interno di Palazzo Eccheli-Baisi, l’Orto dei semplici si estende su una superficie di 6000 m2. Si tratta del primo esempio di giardino botanico rinascimentale in Trentino. Nell’Orto dei semplici sono presenti 500 piante, che testimoniano l’importanza botanica da secoli riconosciuta al Monte Baldo, meta ambita di speziali, botanici e amanti della montagna. Palazzo Eccheli-Baisi fu costruito alla fine del XVI secolo, unificando alcuni edifici pre-esistenti. Il verde è il colore dominante dell’edificio che ospita anche il Museo del Fossile del Monte Baldo.

Riserva della biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria. Una porzione consistente di territorio tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, un’area di 47 mila ettari particolarmente ricca di biodiversità, ma anche di testimonianze storico-culturali e di utilizzi sostenibili delle risorse naturali, ha ottenuto nel 2015 questo prestigioso riconoscimento internazionale nell’ambito del programma MaB – “Man and Biosphere”. Si tratta delle Giudicarie Esteriori e del Tennese, nell’ambito dell’Ecomuseo della Judicaria “Dalle Dolomiti al Garda” e delle Valli di Ledro e del Basso Chiese.