Bellavista celebra la fine di questa vendemmia 2020 con una pigiatura mediante le “vecchie” presse marmonier
“Abbiamo voluto celebrare la fine di questa vendemmia che segna un anno indimenticabile per tutti noi, con una pigiatura antica, utilizzando le vecchie presse marmonier. Questa vendemmia ci ha riportato, in termini di esplosione della natura in vigna, a 40 anni fa. I merli hanno ricominciato a fare i nidi nei filari, piccoli animali come volpi e conigli selvatici, hanno ripopolato la colline Bellavista e oggi, se dovessi paragonarla ad una delle vendemmie passate, la accosterei certamente alla 2004, un’annata di indiscussa qualità”.
Questa riduzione in maniera drastica dell’inquinamento ha leggermente aumentato la resa della vite; gli acini hanno sviluppato una buccia molto consistente e la maturazione delle uve ha avuto un decorso lentissimo, inusuale rispetto agli ultimi anni, come se anche la natura si fosse presa i suoi tempi per essere in armonia con il tutto.
Le marmonier permettono una spremitura soffice delle uve, senza frantumazione delle bucce e con una resa del 35%-40% (mosto fiore). Un tributo al passato, quando nacque Bellavista e tutte le uve venivano caricate in queste presse.
“Una vendemmia unica” aggiunge lo storico enologo di Bellavista Mattia Vezzola – “una vendemmia molto articolata caratterizzata da abbondanti piogge nel mese di agosto e da buoni sbalzi di temperatura notte, giorno. Tutti elementi che hanno consentito di raccogliere l’uva con un perfetto indice di maturazione, facilitato dalla sua lentezza. I mosti sono di eccellente succosità con freschezza oltre ogni immaginazione”.
Dopo mesi di grande tensione e paura e un futuro senza dubbio incerto, si conclude quindi a Bellavista questa vendemmia con entusiasmo e fiducia nel futuro.