Un vino vulcanico da un terreno unico che racconta la qualità del Sannio beneventano
Anima Lavica, è il progetto vitivinicolo del Sannio beneventano focalizzato su una produzione sito-specifica e di altissimo valore qualitativo caratterizzato da un terroir vulcanico unico. Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, durante il Vinitaly 2024, condurrà un’esclusiva degustazione dei vini Janare, da lui seguiti come consulente enologo, per raccontare questa realtà enologica campana che ha fatto della ricerca scientifica, dello studio dei terreni e della valorizzazione dei vitigni autoctoni gli strumenti per raccontare l’eccellenza del suo territorio.
All’interno di un sempre crescente interesse del mercato per i vini provenienti da terreni vulcanici si inserisce lo straordinario successo della linea Anima Lavica. Il terroir vulcanico infatti trasmette la sua forte identità a uve e vini, rendendo i suoi prodotti riconoscibili e ben definiti. Le uve rigorosamente autoctone provengono da vigneti coltivati su suoli vulcanici, la sperimentazione della vinificazione in purezza di uve provenienti esclusivamente da suolo vulcanico è iniziata nel 2020 selezionando 9 ettari di Falanghina del Sannio dop e 3 ettari di Aglianico del Sannio Dop. I terreni sono costituiti dall’ignimbrite campana (tufo grigio), depositata nel cuore dell’appennino sannita, dalle nubi ardenti emesse, più di 30mila anni fa, durante l’eruzione del supervulcano dei Campi Flegrei. Un terroir singolare in cui un terreno in tutto e per tutto vulcanico, fatto quindi di suoli sabbiosi, vetrosi, di colorazione grigio scura, friabili e permeabili ma localizzato in un contesto ambientale temperato, assai diverso da quello dei vulcani costieri d’origine. I vini che ne derivano sono un’assoluta sorpresa ai sensi, un concentrato di sapidità e freschezza.
Il successo commerciale dei prodotti sia sul mercato nazionale che internazionale (attualmente commercializzati in Usa, Francia, Germania Gran Bretagna, Giappone, Cina, Svizzera Polonia e Canada), accompagnato da un grande successo di critica enogastronomica nazionale con la vittoria dei Tre Bicchieri Gambero Rosso e internazionale con recensioni sopra i 91 punti di Falstaff e JamesSuckling.com, ha indotto l’azienda ad effettuare una valutazione per inserire nella sperimentazione di altri tre ettari di vigneti di Greco e di Fiano nell’annata agraria corrente, progettando l’uscita in commercio di due nuove proposte da affiancare a quelle attualmente sul mercato: Sannio Aglianico DOC, Spumante Brut di Falanghina metodo Martinotti e Falanghina del Sannio Dop.
Innalzamento delle temperature, riduzione di disponibilità idrica, eventi climatici estremi sono i problemi da affrontare ed è necessario trovare soluzioni specifiche per i suoli e climi in oggetto.
L’obiettivo è quello di massimizzare i risultati delle ricerche scientifiche in atto e applicarli allo sviluppo territoriale. A Santa Lucia di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, nella Valle Telesina, in un territorio collinare tra i monti del Matese e il monte Taburno, si trovano i 500 ettari di vigneti selezionati dove Janare produce un totale di 1.500.000 bottiglie l’anno.
Un’ampia varietà di etichette possibile grazie all’ampia variabilità dei terreni ed esposizioni presenti in queste terre. Un complesso mosaico di suoli che vanno dal fondovalle del fiume Calore, salgono verso i terrazzi alluvionali e le superfici di spianamento su marne in cui l’ignimbrite vulcanica assume un ruolo rilevante nella composizione del terroir, spingendosi sino alle tenaci colline marnose.
Per affrontare la riduzione di disponibilità idriche, tra le principali strategie messe in atto dalla cantina è stata quelle di intervenire con la prima esperienza di “zonazione” del Sannio beneventano, Con questa tecnica di studio approfondito di ogni singolo suolo infatti è stato possibile selezionare il vitigno autoctono maggiormente vocato legandolo alle specificità dei siti di produzione. Permettendo così di abbinare in maniera corretta suolo/varietà evitando inutili sprechi idrici e salvaguardando la qualità della produzione. La zonazione vitivinicola è un progetto interno de La Guardiense, nato dall’esigenza di comprendere a fondo, le caratteristiche e la distribuzione dei suoli, sia all’interno degli areali di produzione che dei singoli vigneti.
Il progetto Mappiamo, che è in fase avanzata di realizzazione, grazie alla digitalizzazione dei rilievi tecnici in campo è già in grado di monitorare, in tempo reale, l’andamento della stagione fornendo utili consigli sulla conduzione agronomica dei vigneti e di impostare su basi oggettive le operazioni di vendemmia e di vinificazione. Questo progetto è stato finanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico e ha coinvolto, oltre a La Guardiense, le cantine Valpolicella Negrar in Veneto e Codice Citra in Abruzzo. L’obiettivo del progetto è quello di fornire ai soci e agli stakeholders una piattaforma digitale georeferenziata in grado di fornire supporto alle decisioni operative ai tecnici e agli agricoltori sulla base di consigli forniti da modelli predittivi applicati, elaborati e calibrati nel corso del progetto.
Per arginare le influenze del cambiamento climatico nasce Infares, progetto che coinvolge le maggiori realtà vitivinicole del Sannio. Studiare le performance produttive della Falanghina, nei più rappresentati siti di produzione è la finalità del progetto. Attraverso la messa a punto di sistemi innovativi di monitoraggio e la creazione di un sistema organizzativo che indirizzi le scelte agronomiche. A tal fine è stata individuata una rete di aree viticole omogenee di riferimento (“laboratori verdi” della Falanghina del Sannio Dop). Attraverso questa rete, si stanno acquisendo importanti conoscenze sul comportamento fisiologico/produttivo dei vigneti di Falanghina, siti in queste aree rappresentative e sulle loro performance enologiche in termini di qualità. Tutto ciò per definire le specifiche strategie agronomiche da adottare nelle diverse zone/terroir, volte ad esaltare la qualità e preservare l’acidità delle uve.
La creazione di un’anagrafe dei terroir è la base che permetterà di conoscere il comportamento della pianta, monitorare la qualità dei vini e comunicare le caratteristiche dei prodotti per tutelare la qualità dell’uva. Il progetto Veritas si propone, attraverso a una buona organizzazione delle informazioni raccolte e alle nuove tecnologie, il contenimento dell’uso dell’acqua in agricoltura. Combattere lo stress idrico attraverso l’irrigazione di precisione e le gelate primaverili attraverso l’irrigazione antibrina, diventeranno, a causa del cambiamento climatico, pratiche agronomiche irrinunciabili.
La convinzione dell’azienda è che la produzione di grandi vini risponda alle leggi della conoscenza. Quindi raccogliere dati, studiare i territori, catalogare le informazioni raccolte e interpretarle sia la strada da percorrere affinché la qualità della produzione sia sempre ottimale.