Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana prosegue il suo progetto di valorizzazione del Vermentino che, per la prima volta, nel 2020 è stata la tipologia più imbottigliata della Denominazione
Vino in ascesa nel panorama enologico nazionale e internazionale, il Vermentino sta trainando anche la crescita della DOC Maremma Toscana.
Si è tenuta il 17 aprile la seconda edizione del Vermentino Grand Prix, la kermesse organizzata dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. “Sono sempre più convinto che il Vermentino Maremma Toscana DOC abbia le carte in regola non solo per posizionarsi tra i grandi vini bianchi del mondo, ma anche per competere con i grandi vini rossi della Toscana, diventando una delle maggiori chiavi di volta della nostra Denominazione”, racconta Mazzei, presidente del Consorzio che da anni punta molto su questa tipologia. “Si tratta di un vitigno particolarmente versatile, adatto alla produzione di vini sia freschi sia invecchiati; questo – unito a un territorio ancora incontaminato e molto variegato, che va dalla fascia costiera fino alle Colline Metallifere e al Monte Amiata, e alle capacità dei singoli vitivinicoltori di esaltare in cantina le uve delle diverse zone – fa si che si possa avere una produzione in continua crescita qualitativa e di grande appeal per il consumatore, come ci dimostra questa seconda edizione del Vermentino Gran Prix”, continua Mazzei.
Con 832 ettari in produzione nel 2021 – nel 2006 erano 138, passando dal 2,2 al 9,5% del vigneto grossetano – il Vermentino è la prima varietà a bacca bianca della provincia di Grosseto e rappresenta oltre il 50% del Vermentino prodotto nell’intera Toscana. Nel 2020 la produzione di questa varietà ha rappresentato 1/3 dell’intera vendemmia della DOC Maremma Toscana, con 1.722.400 bottiglie prodotte, che hanno portato il Vermentino Maremma Toscana DOC a essere la tipologia più imbottigliata (30% del totale) della DOC Maremma Toscana, superando il Rosso (28%).
Il Vermentino Grand Prix coinvolge in giuria tecnici del settore e i ristoratori stellati della Maremma Toscana proprio perché si parte dall’idea che, per lanciare il brand Maremma con tutte le sue sfaccettature, vi sia l’esigenza di fare sistema. “Vino, ristorazione, ospitalità sono più vincenti se si esaltano a vicenda valorizzando il denominatore comune che è il territorio. Solo così si può raccontare una storia che sa catturare e solo così si può ripartire dopo un momento particolarmente difficile soprattutto per questi settori”, spiega Mazzei.
Dunque 67 i vini proposti, diversi tra loro in base all’areale di produzione, in base ai metodi di vinificazione utilizzati e in base all’annata. “Poco più della metà dei vini presentati provengono dalla vendemmia 2020 e, come l’anno scorso, non mancano aziende che propongono Vermentini più maturi, talvolta affinati in legno, in cemento, anfora, cocciopesto e tra le varie etichette Vermentini in purezza oppure in blend con altri vitigni a bacca bianca, fino a un massimo del 15% come previsto dal disciplinare di produzione”, spiega il direttore del Consorzio Luca Pollini.
“Proprio recentemente l’assemblea del Consorzio ha approvato l’inserimento nel disciplinare di produzione della categoria Vermentino Superiore per dare una casa a quei vini più importanti per struttura, complessità e longevità che nascono da selezioni e processi di vinificazione particolari, e non a caso per questa menzione è prevista l’immissione al consumo un anno più tardi” continua Pollini.
La “top 10” 2021 dei Vermentini Maremma Toscana DOC va proprio in questa direzione ed è composta da, in ordine alfabetico per azienda: AGRICOLA DEL NUDO NUDO BIO 2019, AZIENDA GUIDO F. FENDI CHICCA 2019, BELGUARDO CODICE V 2019, CASTELPRILE PRELIUS BIO 2019, COLLE PETRUCCIO NORCIAS 2019, I CAVALLINI DIACCIO 2019, MONTERO’ MONTERO’ BIO 2019, TENUTA DODICI VERMENTINO 2019, TERRE DELL’ETRURIA MARMATO 2020, VAL DELLE ROSE LITORALE 2019.
“Si conferma la tendenza della scorsa edizione: hanno prevalso i vini 100% Vermentino e quelli dell’annata precedente con affinamenti più prolungati, anche se erano in minoranza. Gli sforzi che i produttori stanno facendo su questo vitigno vengono quindi apprezzati e dobbiamo continuare a lavorare con un indirizzo definito in modo da far affermare la nostra Denominazione grazie alla qualità sempre più alta”, conclude Mazzei.
La giuria, presieduta dal giornalista Luciano Ferraro caporedattore del Corriere della Sera, era composta da Roberto Rossi (Ristorante Il Silene), Davide Macaluso (Trattoria Bartolini-L’Andana), Andrea Menichetti (Ristorante Caino), Alessandro Rossi (Ristorante Gabbiano 3.0), Marianna Ciancarelli (Ristorante Il Pellicano), Antonio Stelli (Delegato AIS Grosseto), Maria Mecarozzi (Delegata FISAR Colline Maremmane), Claudia Bizzarri (Delegata ONAV Grosseto) Mirella Tirabassi (Delegata SES, Scuola Europea Sommelier Grosseto), Antonio Spurio, Consulente Tecnico del Consorzio.