Tra Toscana e Sicilia, il mondo vino della famiglia Moretti Cuseri

Pubblicato il 20 aprile 2021

Unicità di espressione di terre vocate alla viticoltura di qualità come la Toscana con Tenuta Sette Ponti, Orma e Poggio al Lupo e la Sicilia con Feudo Maccari e Contrada Santo Spirito di Passopisciaro. Dal Sangiovese al Nero d’Avola, alla base dello stile e l’eleganza dei vini delle tenute della famiglia Moretti Cuseri l’unione tra esperienza in vigna e viticoltura biologica, il lavoro di squadra e l’inarrestabile ricerca della qualità attraverso la selezione.

Il mondo vino della famiglia Moretti Cuseri con le sue tenute agricole e vinicole situate nei territori d’Italia più vocati alla viticoltura di qualità: Tenuta Sette Ponti nel cuore della Toscana in provincia di Arezzo, Orma a Bolgheri tra i più bei borghi medievali d’Italia e Poggio al Lupo in Maremma di fronte all’Isola del Giglio; in Sicilia Feudo Maccari nel cuore del Mediterraneo in Val di Noto  e Contrada Santo Spirito di Passopisciaro alle pendici dell’Etna. Selezione e qualità per 84 ettari di superficie di coltivazione in Toscana e circa 70 ettari in Sicilia nel pieno rispetto dell’ambiente, oltre 700 mila bottiglie vendute tra Italia e in 60 Paesi nel mondo.

La storia delle tenute Moretti Cuseri ha inizio negli anni ’50 quando l’Architetto Alberto Moretti Cuseri acquista i primi 55 ettari direttamente dalle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia d’Aosta, figlie del celebre Duca Amedeo di Savoia d’Aosta. Alla fine degli anni ’90 il figlio Antonio Moretti Cuseri decide di produrre il primo vino in bottiglia. La prima vendemmia risale al 1998 con il Crognolo nome che deriva da quello di una pianta selvatica che abbonda all’interno della tenuta, il cornus. Un vino la cui base è una storica varietà di Sangiovese proveniente da cloni della più antica vigna della tenuta, la Vigna dell’Impero, voluta nel 1935 da Amedeo di Savoia Duca d’Aosta. La seconda annata 1999 vede la nascita di Oreno (Merlot 50%, Cabernet Sauvignon 40%, Petit Verdot 10%), etichettandoli entrambi come Tenuta Sette Ponti, nome che deriva dai Sette Ponti sul fiume Arno presenti sulla strada che da Firenze porta ad Arezzo. Il più noto tra essi è il ponte Buriano costruito tra il 1240 e il 1277 che si intravede sullo sfondo di due capolavori di Leonardo da Vinci: la Gioconda e la Madonna dei Fusi. Dieci anni dopo, l’acquisizione di altri 35 ettari nella contrada di Bolgheri a Castagneto Carducci e la creazione della tenuta Orma e del suo omonimo vino (Merlot 50%, Cabernet Sauvignon 30% e Cabernet Franc 20%), e infine Poggio al Lupo con i suoi Cabernet Sauvignon, Vermentino e Morellino di Scansano. Vini profumati, persistenti ed eleganti.

Nel 2000 durante un viaggio in Sicilia orientale, nella Val di Noto in provincia di Siracusa, Antonio Moretti Cuseri si innamora di alcuni terreni della zona e decide di intraprendere una nuova impresa nel vino; vinificare il più grande vitigno del Mezzogiorno, il Nero d’Avola, coltivato unicamente ad alberello su un fertile terreno calcareo e vulcanico. Unendo alla perfezione esperienza e competenze di due territori vocati alla viticoltura come la Toscana e la Sicilia; ecco Feudo Maccari con la produzione, tra i vini di punta, di Saia (Nero d’Avola) e Family & Friends (Grillo) e Contrada Santo Spirito di Passopisciaro con Animardente Etna Rosso Doc (Nerello Mascalese 100%) e Animalucente Etna Bianco Doc (Carricante 85%, Minnella 15%). Vini seducenti, morbidi con grandi note floreali.

L’esperienza in vigna, la ricerca continua e il non accontentarsi mai dei risultati ottenuti hanno permesso ad Antonio Moretti Cuseri di produrre vini di altissima qualità riconosciuti in Italia e nel mondo in soli vent’anni. Di aiuto è stato il lavoro di una squadra composta da agronomi, enologi ed esperti consulenti di cui Moretti Cuseri sin da subito si è circondato e avvalso per raggiungere obiettivi alti. Inoltre, la velocità nel fare le scelte giuste, l’attenzione al particolare affinché si ottenga quell’unicità di espressione, oltre allo stile e l’eleganza inconfondibili, e le competenze in comunicazione ereditate dal mondo della moda, settore in cui l’imprenditore toscano operava in alcune società produttrici di beni di lusso, lo hanno ispirato anche nel mondo del vino, sua passione da sempre.