Complesso, speziato e pieno di carattere, è un sorso che conquista il palato lasciando un ricordo di ciliegie mature e una setosa trama tannica quello del Santa Reparata, il Romagna Sangiovese Castrocaro e Terra del Sole Doc di Poggio della Dogana.
Prodotto a Castrocaro Terme, in località “le Volture”, da vigneti di Sangiovese (cloni romagnoli) di 15 anni di età, questo vino si apre al naso con note di piccoli frutti rossi e sentori floreali e si amplia in cenni balsamici. L’entrata al palato è caratterizzata da una piena morbidezza ed eleganza nel frutto in ottimo equilibrio mentre la sapidità finale permette al vino di chiudere con un allungo persistente.
Santa Reparata è un omaggio alla versatilità del Sangiovese, perfetto abbinamento anche per i piatti che caratterizzano le tradizioni regionali.
La vinificazione, come nello stile Poggio della Dogana, si basa sull’esaltazione della materia prima. Le uve Sangiovese dei differenti cloni vengono raccolte assieme e fermentate in uvaggio. La fermentazione e la successiva macerazione sulle bucce avvengono in tini di acciaio a temperatura controllata. Il contatto del vino con le bucce dura mediamente 24 giorni; segue la fermentazione malolattica. L’affinamento è di 9 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia per un totale di 7mila bottiglie prodotte ogni anno.
La curiosità - Santa Reparata prende il nome dalla patrona di Terra del Sole, giovane martirizzata durante le persecuzioni dell’imperatore romano Decio. Secondo una leggenda (molto diffusa in Provenza e comune a quella di altri santi), dopo averla uccisa i suoi aguzzini avrebbero messo il suo corpo su una barca fatta poi andare alla deriva: la barca, guidata dagli angeli, sarebbe arrivata a Nizza, in Francia, e il corpo sarebbe stato sepolto in quella che poi divenne la cattedrale di Sainte-Réparate. A lei Terra del Sole – località in cui sorge Poggio della Dogana – dedica ogni anno la prima domenica di settembre il Palio di Santa Reparata.
L’etichetta - Santa Reparata riporta un fiore che ricorda una bocca di leone, fiore austero ed elegante come il vino che rappresenta. Si tratta di un disegno di Silvio Gordini, uno degli artisti più noti dell’Emilia-Romagna nei primi anni del ‘900, trisavolo da parte di mamma di Aldo e Paolo Rametta i due fratelli che, insieme all’amico Cristiano Vitali, guidano Poggio della Dogana.