Una nuova etichetta per le tenute venete dei Poderi Ducali
Ruffino presenta il suo primo Prosecco Rosé DOC, uno spumante metodo Martinotti prodotto da uve Glera (85%) e Pinot Nero (15%), caratterizzato da un perlage finissimo, aromi fruttati, freschezza e piacevolezza. Immediatezza, semplicità e briosità sono i punti di forza di questo Prosecco Rosé e in generale di un vino che è diventato uno dei simboli dell’Italia nel mondo.
Un nuovo prodotto per la storica azienda vitivinicola di Pontassieve, ma anche per il panorama vitivinicolo nazionale, che ha visto la DOC Prosecco, dopo anni di crescita esponenziale nei mercati e con lo sguardo sempre volto a catturare le nuove tendenze, aprire le sue porte anche alla versione rosé. Un debutto approvato dal Comitato Nazionale Vini del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali a luglio 2020.
Questa etichetta, che fa parte dei vini delle tenute venete di Ruffino, comincia a muovere i suoi primi passi in questi giorni e le premesse sono già eccellenti: nasce infatti dall’esperienza coltivata negli anni nei possedimenti dei Poderi Ducali, l’ultima importante acquisizione dell’azienda vitivinicola, 130 ettari di vigneti situati tra le province di Venezia e Treviso.
La storia passata ci riporta indietro fino al 1772, anno a cui risale la prima traccia del termine Prosecco, quando nel VII volume de «Il Giornale d’Italia» il viticoltore Francesco Maria Malvolti esalta la grande qualità delle uve e dei metodi di produzione utilizzati nella zona. Da quel momento in avanti la produzione di questo vino va letteralmente a soppiantare tutte le altre produzioni viticole della zona, sino a divenire, a metà Novecento, l’unico ed incontrastato padrone dell’Italia Nordorientale.
Il Prosecco Rosé potrà beneficiare di una strada in discesa grazie al lavoro di numerosi produttori che da anni all’interno della DOC spumantizzavano vini rosé a base Glera.
La scelta del consorzio nel disciplinare questo vino è apparsa quella di puntare ad un Prosecco che si attestasse su un’alta qualità media. L’introduzione del solo Pinot Nero come uva complementare alla Glera e l’obbligo di uscire con un vino millesimato sono due parametri che vanno senza dubbio in questa direzione.
Per la produzione del Prosecco Rosé Ruffino, Glera e Pinot Nero vengono vinificati separatamente. Il blend delle due varietà avviene solo prima della seconda fermentazione (presa di spuma) prevista dal metodo Martinotti. Questo processo dura minimo 60 giorni al fine di ottenere un perlage raffinato e di preservare gli aromi fruttati tipici del varietale a cui il Pinot Nero aggiunge struttura ed eleganza.
Il risultato è uno spumante che trova nella bevibilità il suo vero spirito conviviale. Il Prosecco Rosé di Ruffino si presenta di un sensuale color rosa tenue. Al naso rivela piacevoli sentori fruttati che richiamano i frutti di bosco e si accompagnano ad una morbidezza che apre a numerosi abbinamenti. La versatilità è la caratteristica principale di questo vino. Si può condividere la beva per un aperitivo o ci si può pasteggiare in abbinamento ad un risotto al radicchio trevigiano, per rimanere nella tradizione. Anche se, quando si parla di Prosecco, spesso l’abbinamento lascia spazio alla modernità, e allora potremmo immaginarlo in compagnia di cibi etnici leggermente speziati, come il guacamole o un poké a base di frutta e pesce crudo.
Ciò che è certo è che il prodotto è giovane ma non farà troppa fatica ad affermarsi. Il Consorzio del Prosecco DOC riferisce che quasi tutte le 20 milioni di bottiglie prodotte sono già state prenotate prima ancora di essere imbottigliate.