È il 1966, un anno dopo la nascita del consorzio dei produttori, quando sul mercato, per la prima volta in Italia, esce il Vino Nobile di Montepulciano d.o.c., tra i primi dieci vini italiani a dotarsi di questo marchio di qualità: “Colore granato, sapore asciutto leggermente tannico, profumo di mammola, gradazione alcolica non inferiore ai 12 gradi”. È così che il primo disciplinare, firmato il 12 luglio 1966 dall’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, vuole il Vino Nobile di Montepulciano.
Sono passati cinquant’anni da quel primo traguardo che segnò la crescita della denominazione fino ad arrivare, ancora una volta primo vino in Italia, a ottenere nel 1980 il massimo riconoscimento, la d.o.c.g. E da allora il Consorzio dei produttori è cresciuto di pari passo con la qualità e la notorietà del Vino Nobile e c’è un numero preciso che sta a dimostrarlo: 500 milioni di euro. È infatti questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Nello specifico in oltre 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato vale sui 150mila euro) e 65 milioni il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale, su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 sono vitati, ovvero il 16% del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori con oltre mille dipendenti fissi impiegati dal settore vino, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2015 sono state immesse nel mercato circa sette milioni di bottiglie di Vino Nobile e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano. Così la denominazione è cresciuta fino a diventare uno dei vini italiani più conosciuti e apprezzati al mondo, infatti, per quanto riguarda i mercati, in linea cogli ultimi anni, anche il 2015 si conferma anno dell’export con una quota destinata all’estero pari all’80%, mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia. E proprio per festeggiare la storia di grande successo del suo Vino Nobile, l’intera città di Montepulciano si è vestita a festa per un’intera settimana! Se il 7 ottobre si è tenuta una storica degustazione di alcune annate dal 1966 in avanti, alla quale hanno preso parte un gruppo d’esperti provenienti da tutto il mondo, il clou si è avuto il giorno successivo, partendo dalla mattina con un talk show presso il Teatro Poliziano dal titolo “1966-2016: il Vino Nobile di Montepulciano dalla d.o.c. a oggi – conversazione sui cinquant’anni della prima d.o.c. italiana”. Il convegno, al quale hanno partecipato numerose autorità, ha visto diversi contributi di personaggi amici del Vino Nobile per celebrare il passato di questo gran rosso e parlare del suo futuro, ripercorrendo così i suoi primi cinquant’anni, che, dal 1966, hanno fatto la storia di un vino che porta il territorio poliziano in tutto il mondo e che è un fortissimo traino per il turismo di qualità. Durante la mattinata si è esibita in via eccezionale pure la “Divinorchestra” condotta dal maestro Luciano Garosi, che ha eseguito l’inno del Vino Nobile di Montepulciano con testo di Alamanno Contucci. Ma il Consorzio del Vino Nobile ha sempre avuto un ruolo attivo anche nella tutela del patrimonio storico-artistico di Montepulciano, infatti la giornata è proseguita nella Fortezza – edificio storico simbolo della città, la cui esistenza è documentata addirittura dall’VIII secolo – rinata completamente proprio grazie all’impegno dei produttori, dove sono state inaugurate la nuova sede del Consorzio e l’avveniristica enoliteca, che ospiterà non solo tutti i vini delle aziende poliziane, ma anche i prodotti tipici di qualità del territorio: “Un’opera che ha visto l’unanime adesione dei produttori – spiega il Presidente del Consorzio Andrea Natalini – che in questi anni hanno, di tasca propria, investito in questa struttura, continuando quel percorso d’attenzione e sostenibilità per il territorio, la sua storia e la città di Montepulciano, che è il nostro valore aggiunto”. E con questo taglio del nastro l’edificio ha raggiunto il suo completo restauro, così, oltre a divenire punto di riferimento delle attività economiche del territorio nel settore vinicolo e delle produzioni tipiche e di qualità, è stato restituito alla cittadinanza anche per essere sede ideale per mostre, eventi culturali e meeting di vario genere.