Il territorio del Chianti Classico si è tinto di rosa, che non è solo il colore delle rose e dei tramonti… ma è anche quello del Giro d’Italia, la più importante corsa ciclistica italiana. “Il vino lo berrò a fine Giro, ma il ricordo del Chianti Classico sarà per sempre con me”: queste le prime parole del vincitore della 9° tappa “Chianti Classico Stage”, la prima a esser dedicata a un vino, lo sloveno Primoz Roglic, mentre riceveva dalle mani del Presidente del Consorzio Sergio Zingarelli una bottiglia speciale di Chianti Classico Gran Selezione.
Oltre allo spettacolo offerto dai corridori, è stato sicuramente magnifico il colpo d’occhio offerto dai paesi chiantigiani attraversati dal Giro d’Italia, la gara sportiva storicamente più partecipata dal Belpaese, con tantissime persone per le strade, che, con entusiasmo, passione e allegria, hanno incitato i ciclisti. Case, vetrine dei negozi, auto, piazze, vie e ogni cosa possibile decorata con palloncini, foto, maglie, manifesti d’ogni tipo… ovviamente, tema predominante il rosa e il Gallo Nero. La tappa, tenutasi domenica 15 maggio – il primo corridore della crono è partito da Radda in direzione Greve alle 12.30 – è stata dedicata a un vino e al suo territorio dalla storia secolare, che celebra proprio quest’anno un importante anniversario, il trecentesimo anno dalla prima delimitazione dei confini come zona di produzione di un vino dalle qualità eccellenti, grazie a un bando del Granduca Cosimo III de’ Medici, datato 24 settembre 1716: così, esattamente tre secoli fa, una vera e propria legge stabilì i confini della zona di produzione del vino oggi conosciuto come Chianti Classico, a tutti gli effetti la denominazione più antica del mondo. E il consorzio, in questo anno storico, ha voluto donare a ciascun Comune del Chianti Classico una scultura alta tre metri raffigurante il Gallo Nero, emblema di un vino, di un territorio e di uno stile di vita, così durante il percorso i ciclisti hanno potuto salutare anche queste imponenti installazioni, che per l’occasione hanno vestito la mitica maglia rosa. Nonostante la pioggia, la crono individuale di 40.5 km da Radda in Chianti a Greve in Chianti, con un percorso piuttosto frastagliato, ha regalato un grande spettacolo ai tanti appassionati accorsi fra le province di Siena e Firenze, impegnando gli atleti in una corsa di grande abilità tecnica: dalla partenza a Radda, la strada ricca di curve ha portato i corridori a Castellina in Chianti dove vi è stato il primo rilevamento, per poi scendere, una volta superato il Parco Botanico del Chianti, verso la Madonna di Pietracupa (Tavarnelle Val di Pesa) col secondo rilevamento, successivamente la sezione più ardua, che ha attraversato Sicelle e località La Piazza, per andare ad affrontare la salita di Panzano in Chianti, al termine della quale il tempo è stato rilevato per un’ultima volta prima della discesa a Greve, che ha portato all’arrivo, preceduto da una spettacolare curva a U. Tracciato difficile da interpretare quello della 9° tappa, una cronometro individuale molto mossa sia altimetricamente che planimetricamente, caratterizzato da continui saliscendi e un finale in discesa. E a rendere le cose più complicate ci si è messa anche la pioggia che, risparmiati i primi corridori, poi è caduta sotto forma di forti rovesci, quindi, bravo ma anche fortunato, per questo motivo, il vincitore di giornata Roglic della Lotto-Jumbo, tra i pochi a correre interamente sull’asciutto, che si è imposto sugli avversari col tempo di 51’45”. Quelle due ruote così sottili e quelle salite così ripide sono da sempre la croce e la delizia di campioni e amatori, così la “Chianti Classico Stage” è stata idealmente dedicata alla memoria di uno storico campione del ciclismo italiano, Gino Bartali, nato a Ponte a Ema, un borgo poco distante da Firenze, dove inizia la SRR 222 o Chiantigiana, che porta fino a Siena, attraversando tutto il Chianti Classico: è proprio su queste colline che il Ginettaccio, esplosivo ciclista diventato leggenda, vincitore per tre volte del Giro, s’allenava correndo sulle salite di Greve. “Per noi del Chianti Classico questa giornata ha rappresentato una vetrina di fondamentale importanza per il turismo, la cultura, la conoscenza del vino, la consapevolezza delle ricchezze paesaggistiche e ricettive che possiamo offrire – ha affermato Sergio Zingarelli, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – milioni di telespettatori da tutto il mondo hanno ammirato le bellezze delle nostre colline per un’intera giornata, grandi panoramiche dall’alto e riprese ravvicinate su vigneti, piccoli borghi, sfondi che solo il nostro paesaggio sa offrire. Immagini che siamo sicuri stimoleranno la curiosità e la voglia di visitare le nostre terre. Questa è una speciale occasione per parlare del Chianti Classico, che s’inserisce a pieno titolo nelle manifestazioni che celebrano la nascita della ‘proto doc’ a opera del Granduca di Toscana, 300 anni da quella brillante operazione, che ha segnato il percorso della nostra storia e farà da trampolino di lancio per un futuro sempre più prestigioso”. E sempre al territorio del Chianti Classico è stata dedicata la maglia ufficiale della tappa, disegnata appositamente in modo da richiamare nelle linee grafiche il territorio e nei colori il rosso del vino. Questo evento, che rappresenta una delle manifestazioni tradizionalmente più popolari d’Italia, è capace di generare numeri importanti: 1.281 media accreditati, 11,8 milioni di spettatori sui percorsi, 171 Paesi collegati e un impatto economico previsto, per ogni territorio interessato dal passaggio della tappa, di 110 milioni di euro tra breve e lungo periodo. Il Presidente Zingarelli ha ancora negli occhi la giornata di domenica 15 maggio mentre con le parole ripercorre quella che è stata un’avventura iniziata nel settembre del 2015: “Da quando ci siamo visti con Pier Bergonzi e Mauro Vegni, organizzatori del Giro d’Italia, proponendogli il nostro progetto, del quale non avevamo idea in merito alla fattibilità complessiva, è iniziata una cavalcata incredibile, che ci ha portato a domenica 15 maggio”. Una volta stabilito che sì, si poteva fare, il motore è iniziato ad andare fin da subito a pieni giri: “I sopralluoghi, l’anteprima a Londra, la presentazione ufficiale all’Expo di Milano. E mi piace evidenziare anche che era la prima volta che veniva dato il nome di un vino e un territorio a una tappa, la Chianti Classico Stage. Un esperimento che è piaciuto anche agli organizzatori, tanto che penso lo ripeteranno in futuro”. Sul ritorno d’immagine per il Chianti Classico, Zingarelli non ha dubbi: “E’ stato e sarà enorme. Forse qualcuno ancora non ha ben capito… ma lo capirà in futuro. Unire l’eccellenza del Giro d’Italia (seguito da 340 Paesi) e il vino e il territorio del Chianti Classico è stato un mix vincente. Ci sarà il ritorno d’immagine che tutti ci aspettiamo, sul territorio e sul vino. Tutto è andato nel miglior modo possibile, al di là anche delle aspettative. Ho avuto la fortuna di seguire uno dei corridori in ammiraglia e lungo la strada ho visto tantissime persone in festa, tantissimi cittadini che avevano addobbato in rosa tutto quello che si poteva. È stata la festa di tutto il territorio del Chianti Classico – conclude Zingarelli – fin da prima della tappa, con tantissime iniziative che hanno animato i nostri paesi. Questo grazie al coinvolgimento del territorio, del ‘popolo’, dei cittadini e delle associazioni. Davvero grazie a tutti. Di cuore”. Così, anche per rendere omaggio alle migliaia di appassionati che ogni anno raggiungono il Chianti per pedalare, il Chianti Classico ha voluto celebrare questo anno storico per la denominazione anche con la massima espressione del ciclismo, il “Giro”, perché le due ruote, come il vino, sono passione e allora in alto i calici, brindiamo tutti con un Chianti Classico con ben trecento anni di storia!