Buon sangue non mente, e così Gerardo e Lapo, i figli di Bernardo Gondi proprietario della Tenuta Bossi in Chianti Rufina, hanno dato vita al loro primo vino.
Come Bernardo – che nel 1989 vinificò per la prima volta in purezza il Cabernet Sauvignon impiantato cinque anni prima dando vita a quel Mazzaferrata che è stato di recente protagonista di una grande verticale in onore dei 30 anni del vino – così anche Gerardo e Lapo hanno voluto interpretare il proprio territorio seguendo la loro personale visione del Sangiovese.
Si chiama Fiammae ed è un Sangiovese in purezza prodotto con uve raccolte in un vigneto aziendale situato a un’altitudine di 300 metri ed esposto a sud est. La particolarità del vino nasce dall’appassimento di metà delle uve per circa un mese, mentre l’altra metà viene vinificata subito. Le uve sono state fermentate in barrique e poi messe ad affinare separatamente in barrique di rovere francese. Per le uve fresche è stato scelto un legno di media tostatura, mentre per quelle appassite si è preferito utilizzare una barrique dalle note più austere e potenti. Terminati i 18 mesi di affinamento, il vino è stato assemblato e imbottigliato. La commercializzazione è iniziata dopo un ulteriore affinamento in bottiglia di 12 mesi.
La prima annata di Fiammae è il 2016 e sono gli stessi “autori” del vino a spiegarne nome e genesi. “Le fiamme ricorrono spesso nella nostra famiglia – racconta Gerardo, classe 1982 – perché sono il logo del Banco Gondi ed il Sangallo le volle raffigurare su alcuni bassorilievi lungo lo scalone principale del palazzo. Inoltre, mia figlia si chiama Fiammetta, un nome di famiglia. Ma sono anche le fiamme che rappresentano la passione che mio fratello ed io abbiamo per il vino”.
Lapo, classe 1986 racconta come sia nata l’idea di questo vino: “Quando nel 2015 Gerardo ed io abbiamo deciso di «metterci alla prova» con un nuovo vino, ci siamo subito resi conto di avere visioni diverse del Sangiovese. Lui aveva in mente un vino fresco ricco di profumi primari mentre io volevo un vino più potente e austero. Quindi avendo noi due visioni diverse,il nostro enologo Fabrizio Moltard, con la sua lunga esperienza, ci ha aiutati a fondere, sapientemente, le nostre due anime e a dare vita a Fiammae”.
Il nome, che rievoca il latino, è declinato al plurale, perché dentro la bottiglia si ritrovano due anime e due fiamme: quella di Gerardo e quella di Lapo, unite dall’infinita passione per il Sangiovese.