Teruzzi nasce nel 1974 in un luogo bellissimo e d’impareggiabile valore: San Gimignano, definita la Manhattan del medioevo per le sue incredibili torri. L’impronta della cantina è sempre stata moderna, alla ricerca delle soluzioni più innovative per produrre i migliori vini possibili.
Una sfida lanciata dall’uomo che l’ha fondata e che gli dà il nome, vignaiolo per passione ma ingegnere per professione, e oggi raccolta dalla famiglia Moretti. Innovazione, rispetto del territorio e della tradizione vitivinicola toscana.
Queste le parole d’ordine della cantina e il filo di continuità che unisce passato, presente e futuro. Il legame con il luogo d’origine è fortissimo ma dinamico, ancorato alla storia quanto proiettato alla sua valorizzazione contemporanea.
Un percorso che mira all’esaltazione del patrimonio di nobiltà e carattere di San Gimignano e della sua risorsa più preziosa: la Vernaccia.
Il patrimonio agricolo dell’azienda si estende su una superficie di 180 ettari, 94 coltivati a vigneto di cui 60 dedicati alla vernaccia. Teruzzi è dunque azionista di maggioranza del vino di San Gimignano. I confini della denominazione si trovano tutti all’interno del comune, scrigno che custodisce un vigneto sostanzialmente omogeneo caratterizzato da suoli di origine pliocenica, marina, composti da sabbie gialle e argille, eppure capace di trovare nelle sue pieghe differenze e variazioni sul tema che disegnano una mappa complessa. Un caleidoscopio di zone e sottozone, parcelle e vigneti, capaci di imprimere ai vini il loro marchio, anche per via di un’uva, la vernaccia, che “sente” le differenze di suoli come poche. Poi c’è il clima, positivamente influenzato dalla vicinanza del Mar Tirreno, ad appena 60 chilometri di distanza.
Le proprietà Teruzzi sono dislocate in 4 macro appezzamenti: Casetta, Racciano, Montegonfoli, Ponte Rondolino, nel comprensorio di San Gimignano, e 16 ettari a Suvereto. Una garanzia di varietà in termini di suoli, altitudini, pendenze, microclimi, e tante possibilità di scelta per il miglior risultato possibile.
Avanguardia e carattere in vigna e nel bicchiere
Negli ultimi 5 anni, da quando l’enologo Caviola, consulente di tre delle realtà di Terra Moretti Vino, insieme all’agronomo Marco Simonit, ha iniziato a collaborare con l’azienda, la viticoltura di Teruzzi ha intrapreso un importante percorso nel rispetto della sostenibilità: niente più concimi di origine chimica a favore della pratica del sovescio; niente più diserbi residuali ma diserbi meccanici sottofila; riduzione del 50% dell’utilizzo di prodotti antiparassitari grazie all’introduzione di induttori di resistenza per la vite. Inoltre gli scarti di lavorazione di vinacce e raspi vengono ridistribuiti nei vigneti, dopo aver subito un processo naturale di compostaggio all’interno dell’azienda.
In primavera viene effettuata un’accurata selezione dei germogli in tutti i 96 ha di vigneto per ottenere una equilibrata produzione di qualità.
Quindi, assecondare e indirizzare il carattere delle uve, indagare sulle diversità territoriali e cercare di trasferire in bottiglia la sintesi più alta possibile: questa è la missione stilistica di Teruzzi che imprime ai suoi vini uno stile originale, riconducibile al terroir e alle annate, ma uguale solo a sé stesso. Il ruolo di pioniere, la ricerca di metodi d’avanguardia, il rigore e la pulizia stilistica vanno di pari passo alla ricerca di percorsi che disegnano vini personali, autentici, ricchi di sapore e aderenti ai caratteri della zona.
La nuova immagine
L’originalità dello stile Teruzzi si ritrova oggi anche nell’immagine: l’idea che ha guidato i Moretti, insieme allo Studio Doni & Associati, ha preso corpo dal contesto di San Gimignano, di origine etrusca, ma che trova nel Medioevo, il periodo di massimi sviluppo e importanza.
Un mondo quindi molto particolare, animato da creature fantastiche, tratti da documenti e ornamenti medievali, sono il fil rouge tra la storia, l’heritage e il futuro che rendono Teruzzi un’azienda unica nel proprio genere.
Il nuovo logo ha due caratteristiche fondanti, la forma e il colore, traslati entrambe in archetipi simbolici che parlano direttamente al nostro immaginario. Il sole/oro come autodeterminazione, forza, generosità, positività. La luna/argento come sensibilità, emozionalità, fluidità, mutevolezza. Il sole e la luna sono anche archetipi della nostra dualità interiore, il maschile e femminile, lo Yin-Yang, i principi vitali da cui ha origine ogni cosa. L’oro e l’argento sono invece la base di tutte le raffigurazioni dei codici miniati dai quali abbiamo tratto ispirazione per le raffigurazioni delle etichette.
La nuova immagine quindi, è un dichiarato omaggio alla città di San Gimignano, alle sue forme, alla sua storia, alle sue origini medioevali.
L’idea che ha guidato il restyling delle etichette, prende ispirazione dalla magia dei bestiari medievali, opere didattico-morali dell’epoca che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali e immaginari. Manoscritti miniati completati dall’aggiunta di decorazioni in oro e argento: capolettera, bordi e figure illustrate. I bestiari medievali avevano lo scopo di descrivere le proprietà di un certo numero di bestie raffigurandole in una insolita interpretazione surreale.
I Coniglietti (Etichetta vino Isola Bianca e Peperino)
Qui sono raffigurati due coniglietti assassini che compaiono su manoscritti miniati. Innocue bestiole che si trasformano in cacciatori, guerrieri, persino boia e aguzzini, impugnando lance, asce e spade con la destrezza di cavalieri. A questo mondo alla rovescia molto in voga tra il XIII e il XVI secolo sono state dedicate tutte le etichette, un tributo all’ironia dei frati amanuensi medievali.
Il cane ammantato (Etichetta vino Terre di Tufi)
A questo vino importante e ben caratterizzato, è associata un’immagine di un insolito cane, tratto da un codice miniato conservato alla British library .
L’unicorno (Etichetta vino Melograni)
Un animale di fantasia, con piedi palmati, di colore blu che indossa un improbabile mantello. L’unicorno è l’animale leggendario per eccellenza, dal corpo di cavallo e con un singolo corno in mezzo alla fronte. È dotato di poteri magici, a volte ha una coda da Leone e degli zoccoli bipartiti. È simbolo di saggezza e purezza, forza e vittoria.
La Bestia Magica (Etichetta vino Sant’Elena)
Per Sant’Elena un animale immaginario, che è la summa magica di altri animali: un becco da uccello, con orecchie di coniglio e coda da scoiattolo.
I vini
ISOLA BIANCA (100% Vernaccia di San Gimignano)
Da vernaccia di San Gimignano in purezza questo vino è la sintesi del grande vigneto di proprietà di Teruzzi, frutto di uve provenienti sia dalla zona di Racciano sia da quella di Ponte Rondolino. L’età degli impianti varia dai 15 agli 8 anni mentre i terreni, di origine pliocenica, sono profondi e tendenti all’argilla. La vinificazione e l’affinamento avvengono esclusivamente in acciaio e il risultato è un vino fresco e leggiadro, di grande bevibilità, in cui le note floreali si alternano a quelle agrumate, esaltando così le caratteristiche più autentiche e luminose della tipologia.
PEPERINO (40% Merlot, 60% Sangiovese)
Al naso si presenta di buona intensità e persistenza, con note boisé in sintonia con le caratteristiche fruttate di questo vino. Il gusto è piacevole ma deciso e corposo. La nota tannica è ben presente ma equilibrata al frutto. Il retrogusto presenta una buona persistenza.
TERRE DEI TUFI (60% Trebbiano, 40% Vernaccia di San Gimignano)
l profumo è di buona intensità, complessità e persistenza. Il gusto è piacevole, di buona complessità ed equilibrio. Le note fruttate si integrano armoniosamente con le note leggermente tostate del tipiche del legno. Nel complesso il vino presenta spiccata acidità e sapidità che lo rendono di ottima beva.
SANT’ELENA (100% Vernaccia di San Gimignano)
Da uve vernaccia di San Gimignano provenienti esclusivamente dai 3 ettari del vigneto Sant’Elena in località Racciano, posto a un’altitudine di 350 metri, con suoli profondi con tessitura franca tendente all’argilla, nasce questa selezione che esce sul mercato a circa due anni
dalla vendemmia, dopo lunga permanenza sulle fecce fini. Il vino dimostra tutte le potenzialità del vitigno, con un ventaglio aromatico ampio e sfaccettato in cui le note di agrume si interfacciano a quelle più minerali, di pietra focaia. Il fraseggio gustativo abbina la pienezza a una fresca vivacità, per un finale lungo, teso e luminoso.
MELOGRANI (85% Sangiovese, 15% Petit Verdot)
Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso, brillante. Il profumo è ampio e persistente, con sentori di frutta rossa perfettamente integrati con la nota boisé del legno. Il gusto è pieno, intenso. Il vino è caratterizzato da un ottimo equilibrio tra dolcezza e struttura.