Camminate e trekking in vigna, percorsi sugli alberi, degustazione di vino abbinato a panzanella o pappa al pomodoro, ma anche vino degli Etruschi, zuppa di Dante, e panini con i salumi toscani per eccellenza: le curiosità dell’offerta dell’evento dell’anno per i wine lover
Matrimonio d’eccezione tra due grandi prodotti della Toscana: i vini e il Pane Toscano Dop insieme per l’edizione 2024 di Cantine Aperte, l’evento must per i wine lover che torna in tutta la Toscana dal 25 al 26 maggio. Così, oltre alle degustazioni di vino ci saranno dimostrazioni di panificazione, degustazioni e racconti della tradizione dei fornai su come uno dei prodotti più semplici, il pane appunto, ha da sempre rappresentato la toscanità, così come il vino. Un legame preso a spunto dal Movimento Turismo del Vino Toscana come filo conduttore di questa edizione che vede la partecipazione di decine di aziende in tutto il territorio regionale.
«La pappa al pomodoro così come la panzanella, sono piatti iconici della toscanità oltre che virtuosi esempi che vedono il pane toscano protagonista con ricette conosciute in tutto il mondo, il pane e il vino sono due elementi simbolo della vita toscana e quindi il loro legame è indissolubile nella cultura enogastronomica della nostra regione, contraddistinta da sempre dalla qualità», spiega il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini Cinelli Colombini – per l’edizione 2024 di Cantine Aperte dunque abbiamo stretto una partnership con il Consorzio di tutela del Pane Toscano Dop che fornirà il prodotto alle nostre cantine, ma parteciperà anche con dei veri e propri ambasciatori che racconteranno l’arte della panificazione».
Dal panino (Toscano Dop) con la porchetta, al trekking o i percorsi sugli alberi, oltre al vino degli etruschi o la zuppa di Dante: le curiosità dell’offerta delle cantine toscane. Sarà ricco il fine settimana di Cantine Aperte dedicato a vino e pane che propone, tra le iniziative delle varie cantine, una camminata guidata lungo i vigneti, da fare anche in compagnia dei cani, assaggi alla cieca di vini da indovinare, ma anche workout in vigna e deliziosi e sfiziosi prodotti appena sfornati come pizza e pane, magari un panino con la porchetta da godere con un calice di rosso dopo un affascinante trekking in vigna. Ci sarà la possibilità di cimentarsi con percorsi sospesi sugli alberi con livelli di difficoltà crescenti e adatti a tutte le età, o di ammirare i pregevoli manufatti degli artigiani che portano dentro il saper fare della tradizione. Il pane toscano è anche “scarpetta” e tra le proposte non poteva mancare quella di chi invita a mettere insieme ragù toscano e fetta di pane. Il vino ha una tradizione millenaria e allora ecco la possibilità di fare un tuffo nel gusto degli Etruschi con il vino conciato dei simposi. Se c’è chi trasforma Cantine Aperte in una vera festa di campagna con l’esposizione dei trattori storici, il legame con l’agricoltura è segnato da piatti come la panzanella e la pappa al pomodoro, due monumenti alla cucina contadina regionale e del riuso, o dai celebri crostini e dalla fettunta. Il pane toscano con lievito madre (e senza sale) viene impiegato per la preparazione della zuppa di Dante che ripropone una pietanza del 1300. Oltre ovviamente ad accompagnare formaggi e salumi come la celebre Finocchiona. I programmi di tutte le iniziative sono disponibili e aggiornati in tempo reale on line sul rinnovato portale www.mtvtoscana.com
Il Pane Toscano Dop, quest’anno partner di Cantine Aperte in Toscana con il suo Consorzio di Tutela, è un prodotto che segue un rigido disciplinare di produzione che contempla materie prime e lavorazioni esclusivamente nel territorio della Toscana, vanta una storia antica. Una prima testimonianza scritta sulla produzione di pane sciocco, cioè senza sale, viene fornita già nel Cinquecento da Pietro Andrea Mattioli. Mentre uno scritto del 1765 di Saverio Manetti riferisce della consuetudine toscana di non usare il sale durante la preparazione di questo particolare tipo di pane. Lo stesso Manetti fa riferimento anche all’uso del lievito naturale, detto in Toscana “formento”, costituito da pasta inacidita che veniva conservata nella madia. Numerose testimonianze descrivono la centralità, nell’alimentazione dei mezzadri toscani dell’Ottocento, di questo pane preparato senza sale. Il mancato impiego del sale era dovuto al suo prezzo molto alto per cui era destinato principalmente alla conservazione della carne di maiale.