Maso Martis, prestigiosa e pluripremiata realtà spumantistica trentina, ad aprile 2022 ha già assegnato tutte le bottiglie disponibili per il 2022 ed è stato opzionato gran parte dello stock 2023. A dare la notizia in anteprima, Luciano Ferraro su Sette del Corriere della Sera oggi in edicola. Un risultato straordinario che va ben oltre i dati resi noti qualche giorno fa da Mediobanca e che fotografano un settore in cui “i maggiori produttori di vino si attendono per il 2022 una crescita del 4,8%, che arriverebbe al 5,6% per la sola componente export. A spingere le vendite, il successo delle bollicine (+5,7% i ricavi complessivi, +7,5% l’export) mentre i vini fermi si aspettano un +4,6% (+5,3% l’export)”.
Ma i numeri di Maso Martis – 12 ettari di vigneto di proprietà condotti a regime biologico, una produzione di circa 120mila bottiglie all’anno e un fatturato di 1.5 milioni di euro conquistato per il 95% in Italia e per il resto all’estero (Europa, Giappone, Stati Uniti) – nella loro dimensione di piccola realtà produttiva estremamente artigianale, sono ancora più entusiasmanti: «Negli ultimi anni abbiamo triplicato la produzione – afferma Roberta Giuriali Stelzer, fondatrice della cantina insieme al marito Antonio – e nel 2021 abbiamo registrato un incremento di fatturato del 30%. Ora è giunto il momento di prevedere nuove mosse, in modo da accompagnare questa crescita e arrivare a conseguire ulteriori risultati». Diverse sono le leve su cui Maso Martis pensa di andare ad agire: l’ampliamento della cantina, l’incremento della quantità di uva con la recente acquisizione di 2 nuovi ettari sul Calisio, il rafforzamento dell’efficientissima rete di agenti, che collabora da anni, e l’incremento dei distributori: questi sono alcuni degli asset su cui intervenire. Obiettivo? Presidiare tutta l’Italia e spingersi all’estero, un mercato attualmente scoperto, complici i recenti aumenti dei costi legati ai container, ma da conquistare quanto prima.
Molteplici sono i motivi alla base di un simile successo. Alcuni sono legati alla cantina stessa e all’ottimo lavoro svolto negli anni sia in termini produttivi che gestionali, altri, invece, alla categoria degli spumanti e al momento favorevole che sta vivendo, avendo performato in maniera positiva nell’ultimo periodo. Non da ultimo, il ruolo svolto dal Trentodoc, che, grazie a scelte oculate e strategiche, ha costruito un’immagine della denominazione e delle realtà che ne fanno parte sempre più qualificata e ambiziosa.