I filari nel rooftop di Brooklyn e quelli alle pendici dell’Etna, alle porte di Catania, sono le nuove realtà che hanno deciso di aderire alla Urban Vineyards Association, che vede salire a 11 il numero delle vigne cittadine.
La Urban Vineyards Association oltrepassa i confini europei e approda oltreoceano, diventando a tutti gli effetti una rete mondiale. Nel corso degli Urban Vineyards Days, il convegno annuale dell’Associazione svoltosi a Siena lo scorso 16 e 17 ottobre alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Siena Luigi De Mossi e del rettore dell’Università di Siena il prof. Francesco Frati e organizzato in collaborazione con il Comune di Siena, Associazione Centro Storico, Castel di Pugna e l’Associazione Città del Vino, hanno fatto il loro ingresso ufficiale due nuove prestigiose vigne urbane: Rooftop Reds, situata in cima a un edificio di Brooklyn nel cuore della città simbolo degli Stati Uniti e la Etna Urban Winery, impiantata alle pendici dell’Etna all’ingresso di Catania. Due progetti vitivinicoli distanti migliaia di chilometri ma accomunati dal medesimo spirito pionieristico che lega tutti gli altri soci di U.V.A.: portare o reinnestare la vite in un contesto urbano là dove l’evoluzione dell’uomo l’ha cancellata durante i secoli o dove mai nessuno avrebbe pensato potesse nascere.
Rooftop Reds è la prima vigna urbana produttiva situata sul tetto del Brooklyn Navy Yard, edificio nel cuore di New York. Per la sua realizzazione, frutto di un’idea di Devin Shoemaker e sviluppata in collaborazione con le aziende vinicole della regione di Finger Lake e con la Cornell University, è stato realizzato un sistema di piantumazione urbana personalizzato: le viti sono state disposte in 42 vasi tecnici che coprono il tetto dell’edificio su una superficie di circa 1.380 metri quadrati. Dopo sette anni Rooftop Reds è arrivato a produrre tra le 200 e le 250 bottiglie di vino ottenute dalle principali varietà rosse della regione di Bordeaux. “La conferenza di Siena ospitata dall’Urban Vineyard Association – ha commentato Devin Shoemaker – è stata un’esperienza davvero meravigliosa. Essendo il primo membro degli Stati Uniti e rappresentando un vigneto urbano dal design completamente nuovo, ero un po’ incerto su come gli altri associati avrebbero reagito alla mia presenza. Invece, nonostante le barriere linguistiche o i punti di vista leggermente diversi riguardo all’espansione del vigneto urbano e alle possibilità future, l’intera associazione mi ha fatto sentire molto ben accolto e coinvolto”.
La Etna Urban Winery, invece, nasce nel 2018 quando sette cugini decidono di riportare in vita l’azienda vitivinicola di famiglia, dismessa negli anni 60 del ‘900 dopo quasi 300 anni di attività. Reimpiantando le viti nei terreni di proprietà, ormai abbandonati, il team si ritrova in un contesto ormai urbano, dal momento che Catania si era ingrandita a tal punto negli ultimi 50 anni da arrivare alle pendici del vulcano. Quello che poteva essere un ostacolo viene trasformato in risorsa: sarebbe stato proprio il paesaggio urbano a rendere unico quel vino all’interno della regione dell’Etna. Grazie anche all’aiuto di 30 supporters provenienti da 12 paesi, nel settembre 2021, dopo oltre cinquant’anni dall’ultima volta, è stata portata a termine la prima vendemmia della Etna Urban Winery. “L’ingresso in U.V.A. – commenta Nicola Purrello, co-fondatore e Direttore – è motivo di prestigio e orgoglio per il nostro progetto e una logica conseguenza del lavoro svolto in questi anni. La cooperazione con progetti analoghi a livello internazionale non potrà che essere ulteriore fonte di ispirazione e motivazione per proseguire nell’opera di recupero iniziata da una situazione di totale abbandono, e che ho deciso di intraprendere insieme ai miei 6 cugini”.
Durante gli Urban Vineyards Days di Siena sono inoltre intervenuti, via streaming, i responsabili di Rooftop Reds Tokyo Project, vigna realizzata sul tetto di un grattacielo della capitale nipponica, che hanno raccontato lo stato di avanzamento del progetto e ribadito l’interesse a entrare in U.V.A. nel prossimo futuro, rendendo così ancora più intercontinentale l’Associazione. La due giorni in terra toscana è stata inoltre l’occasione per riprendere in mano il filo del progetto U.V.A., nato nel 2019 e momentaneamente interrotto a causa della pandemia: l’assemblea dei soci si è infatti riunita per lavorare ai primi obiettivi in agenda, come l’allargamento e il consolidamento dei rapporti all’interno dell’Unione Europea per promuovere l’ingresso delle vigne cittadine presenti in alcune importanti capitali del vecchio continente, come Berlino, Praga, Londra e Stoccarda, che hanno già mostrato interesse a entrare nella rete, e per portare avanti le altre attività in linea con i principi di turismo di prossimità, sostenibilità, promozione enoturistica e culturale.
“Poterci incontrare nuovamente e dare il benvenuto a due prestigiosissimi nuovi soci è stato molto importante per la nostra giovane Associazione – racconta Luca Balbiano, Presidente di U.V.A. – Siamo un gruppo eterogeneo di persone, con esperienze di vita e di lavoro diverse e provenienti da luoghi anche molto lontani tra loro. E forse è proprio questa la nostra forza, che ci permette di confrontarci in un modo schietto e di mettere in circolo le nostre idee. La pandemia ha soltanto rallentato il percorso comune ma, per fortuna, non ha fermato i singoli progetti che sono cresciuti e si sono fatti sempre più affascinanti e ambiziosi. Ora è tempo di mettere tutto a sistema e creare insieme qualcosa di unico e meraviglioso come le vigne urbane che custodiamo”.
“Il progetto UVA significa molto per tutte le realtà urbane – gli fa eco Luigi Alberto Fumi Cambi Gado, responsabile del progetto Senarum Vinea e vicepresidente di UVA – in particolar modo per un fattore comune: l’accrescimento del turismo non solo enologico ma soprattutto artistico e culturale. All’interno delle singole città, attraverso percorsi di trekking urbano, faremo conoscere le radici di ciascuna civiltà. L’ingresso di New York all’interno di UVA ha significato un passaggio importante per il panorama internazionale e anche il convegno organizzato a Siena ha segnato una tappa fondamentale per lo sviluppo futuro dell’Associazione”.
Le vigne urbane riunite nella Urban Vineyards Association sono:
- Vigna della Regina all’interno di Villa della Regina a Torino
- la vigna Clos Montmartre di Parigi
- il Clos de Canuts a Lione
- i vigneti ritrovati della Laguna di Venezia
- la vigna di Castel di Pugna “Senarum Vinea” di Siena
- la Vigna di Leonardo all’interno della casa degli Atellani a Milano
- la Vigna del Gallo all’interno dell’orto botanico dell’Università di Palermo
- i filari di San Francesco della Vigna a Venezia
- il Clos all’interno del Palais des Papes di Avignone
- i filari di Rooftop Reds impiantati sui tetti di Brooklyn a New York
- la Etna Urban Winery di Catania
Fanno parte di U.V.A. anche:
- Amici di Villa della regina
- Coldiretti Piemonte
- Benedetto Carella
- Associazione Nazionale Città del Vino.