Si è conclusa con una proposta per il futuro la tavola rotonda organizzata da Bortolomiol nell’ambito della Milano Wine Week. Il nuovo obiettivo: rendere pubblico il bilancio di sostenibilità aziendale oltre che quello economico.
La produzione biologica è un punto di partenza, non di arrivo. È con questa riflessione che si è chiuso il convegno “Dalla certificazione ambientale alla certificazione globale: ambiente, etica e bellezza. Il percorso di Bortolomiol come modello sostenibile”, organizzato da Bortolomiol, storica cantina del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, nell’ambito della Milano Wine Week.
Molti gli spunti di riflessione emersi durante l’incontro, moderato dal manager e autore Sebastiano Zanolli. Tra tutti l’idea di Elvira Bortolomiol, vice presidente, di lavorare su una certificazione ambientale e sociale che coinvolga tutte le parti di un intero sistema, dalle cantine ai singoli abitanti. Da anni Bortolomiol si impegna per rendere la produzione sempre più in armonia con l’ambiente. Prova ne è il riconoscimento della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD-Environmental Product Declaration), l’unica certificazione di qualità ambientale attualmente valida a livello internazionale (ISO 14025), e che Bortolomiol è stata la prima azienda vitivinicola a ottenere. A spiegare le caratteristiche di questa certificazione sono stati Riccardo Maria Pulselli e Elena Neri, rispettivamente socio fondatore e CEO di Indaco2, società spin off dell’Università di Siena che ha accompagnato Bortolomiol nell’ottenimento della certificazione che analizza il ciclo del prodotto dalla vigna al calice, dalla vendemmia allo smaltimento della bottiglia. La certificazione EPD ottenuta da Bortolomiol per ora riguarda il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Millesimato Biologico Brut IUS Naturae, che produce per ogni bottiglia 1,54 Kg di Co2, ovvero il 22% in meno rispetto alla media internazionale. “Dopo questo importante traguardo, il nostro percorso continua e coinvolgerà la certificazione dell’intera azienda. Questo riconoscimento è l’avvio di un cammino che vede coinvolto l’intero territorio. Solo grazie all’impegno di tutti riusciremo a raggiungere la vera sostenibilità, che da ambientale diventa sociale e quindi globale.” Afferma Elvira Bortolomiol.
A parlare dell’importanza della sostenibilità come concetto a 360 gradi è stata invece Ada Rosa Balzan, ideatrice del primo algoritmo che certifica le aziende in base a parametri internazionali di sostenibilità ambientale, di governance e sociale. La Balzan ha evidenziato anche come le aziende che hanno maggiore propensione all’estero e che sono guidate da donne siano quelle che per prime si sono mosse in tema di sostenibilità. Innovativo lo spunto di Roberto Cipresso, winemaker noto a livello internazionale, che ha espresso l’auspicio che, come i bilanci economici delle aziende sono di dominio pubblico, così avvenga anche per il bilancio di sostenibilità delle cantine.
A concludere l’incontro è stata la divulgatrice d’arte Francesca Cavallin, che ha ricordato come la parola sostenibilità sia stata formulata, per la prima volta, nel 1972 per indicare l’impossibilità per il mondo di produrre risorse infinite in un pianeta che presenta risorse limitate. Ha inoltre ricordato come anche l’arte abbia sempre avuto uno stretto legame con la natura.