Vediamo tutti le stesse cose? O forse ognuno, in un certo modo, ha la propria angolatura, in questo mondo in fermento. Questa la domanda che sta alla base dei due eventi che l’azienda Michele Satta ha in programma per agosto e settembre all’interno di quello che negli anni è divenuto un luogo fisico, ma che lascia aperti gli spazi all’immaginazione ed all’incontro di vari arti: quella di chi fa il vino; quella di chi interpreta il mondo.
Angolature e Fermento sono i titoli delle due occasioni di confronto artistico con temi e forme artistiche nuove ma che sono legate alla visione che fanno parte di Accadrà da Michele Satta.
La cantina dell’azienda sarà il punto di partenza fisico dal quale l’immaginazione dello spettatore si innalzerà, stimolato dall’arte, per viaggiare libero verso il proprio essere soggettivo.
«In una società nella quale l’omologazione sembra farsi strada quasi come una virtù, e la propria visione come un’impresa rischiosa - dice Lucia Satta, moglie di Michele inevitabilmente ideatrice dell’evento - la prospettiva di uno sguardo dell’anima, personale, cosciente, originale, limitato ma vivo, diventa sempre più essenziale».
Non è un caso che l’azienda ospiti da anni momenti culturali perché si legano al costante lavoro, di cura, di ricerca, di osservazione e di sperimentazione, compiuto negli anni da Michele e più recentemente dal figlio Giacomo.
«Il vino - dicono azienda Satta - nutre corpo e anima, ma anche arte e bellezza sono nutrienti indispensabili, ed è per questo che in azienda si organizzano ogni anni eventi, mostre concerti e spettacoli teatrali».
Questo perché abitare in azienda sono profondamente convinti che «tra gli uomini e le donne vivi che continuano ad il tempo loro dato amando questo rischio e lavorano, costruiscono, generano, gli artisti hanno un posto speciale, perché l’arte, da sempre nasce da un’esigenza di libertà, e apre vie di libertà».