Ricordo di avere letto su qualche libro che il successo nella vita consiste nella capacità di vendere se stessi al mondo. Il concetto poi si espandeva con la tesi che sono ben pochi i prodotti o le persone che vengono comperati, la parte più sostanziosa dei successi viene venduta. Un ruolo importante in tutto questo lo gioca la pubblicità in ogni sua forma. Ecco che allora anche un articolo, una recensione o un moderno post sui social altro non è comunque che una forma di pubblicità. Sarà dunque impresa ardua per me raccontarvi un piacevole momento senza cadere spudoratamente nella più banale réclame.
Prendetela dunque gentilmente come una storia. Mi trovo nelle Langhe, in Piemonte, terra ormai divenuta meta ambita di buongustai e amanti del vino pregiato. Qui è un susseguirsi di piccoli e deliziosi borghi e io ho raggiunto il piccolo comune di Treiso. Treiso fu abitata dai Liguri Stazielli e in epoca romana divenne un centro per la nobiltà. Oggi la mia presenza è giustificata dal fatto che voglio pranzare a Villa Garassino. Interamente restaurata dalla Famiglia Miroglio nel 2017 Villa Garassino è posizionata su un’altura che consente a chi ci soggiorna di godere di una splendida vista sui tanti vigneti del comprensorio. Treiso è uno dei comuni di produzione del celebre Barbaresco ma è anche terra del Dolcetto d’Alba, del Moscato di Asti e della Barbara d’Alba. Tra i tanti vigneti quelli di Tenuta Carretta.
La struttura è dotata di due suite e tre stanze tutti ambienti di design confortevoli, comodi e accoglienti. Una piscina esterna impreziosisce la Villa e garantisce un piacevole soggiorno di relax a chi la sceglie per una vacanza nella natura. A poca distanza le città di Alba, Bra, Torino e centri come Barolo. Gli ampi spazi esterni e interni sono ottimale per ricevimenti, matrimonio e appuntamenti di lavoro.
Un vero e proprio agriturismo nel cuore delle Langhe totalmente ambientato nel verde che propone tante attività: visita delle cantine Tenuta Carretta, cooking class dedicate alla cucina tradizionale piemontese, pic-nic tra i filari, un’esperienza alla ricerca del pregiato tartufo bianco in compagnia di un trifolao esperto e il suo amico a quattro zampe; e poi volendo si possono noleggiare vespe ed e-bike, visitare produttori locali di formaggi e prodotti da forno, vivere dei wine tour, viaggiare sulle due ruote delle segway, visitare castelli e torri e per chi ama andare oltre assaporare la grande emozione di un volo in mongolfiera.
Arrivato in Villa sono stato accolto dalla gentilezza di Ilaria Santorelli, attuale incoming manager, che dopo anni di lavoro e di esperienza nel mondo dell’accoglienza e dell’organizzazione di eventi ed escursioni, ha preso in gestione l’agriturismo nel 2018. Con lei la simpatia e professionalità di Stefano Servetti un roerino Doc con la passione per l’aceto e membro della famiglia proprietaria della Villa. Con loro le bolle di una bottiglia di Alta Langa firmata Tenuta Carretta.
Ci sediamo a tavola e iniziamo a goderci la cucina del giovane ma esperto chef Christian Naso. E’ originario di Tropea e ha frequentato prima l’alberghiero e poi la scuola di Gualtiero Marchesi. Ha lavorato con grandi chef del territorio motivo per cui conosce bene la cucina tradizionale del posto. Apriamo il gioco del palato e del piacere con il classico vitello tonnato preparato alla vecchia maniera, senza maionese per la salsa, e la battuta al coltello con lame di tartufo. Carni decisamente squisite. In abbinamento due vini: un Dolcetto d’Alba 2019 di Tenuta carretta e un rosé da Pinot Nero prodotto in Bulgaria nella Thracian Valley. Meglio chiarire alcuni passaggi: Tenuta Carretta, Villa Garassino e la cantina in Bulgaria sono tutte proprietà della famiglia Miroglio.
Dopo la carne arrivano gli gnocchi con le vongole accompagnati da un Arneis 2017 e uno Chardonnay 2016 delle già citate cantine: Il primo chiaramente della piemontese, il secondo della bulgara. Ottima la consistenza degli gnocchi e di grande appeal l’Arneis. Un altro primo piatto che trovo subito veramente delizioso lo chiamerei plin non plin. Sapete che qui su queste colline i plin sono famosi ma quelli che ha preparato Christian sono più grandi rispetto ai classici e il loro gusto delicato e saporito mi conquista.
Si passa al secondo con dell’ottima carne di maialino con piacevoli patate e altri due vini in abbinamento: un Pinot Nero bulgaro 2017 e il Sinquanteut (58 in lingua piemontese) di Renato Fenocchio. Il Pinot risulta corposo e più impegnativo al palato, ma di grande spessore, mentre il rosso 58 è un nebbiolo del 2019 e la sua spiccata giovinezza si traduce in una beva easy ma decisamente accattivante.
La curiosità sui vini prodotti in Bulgaria stimola la grande ospitalità di Stefano che non ci pensa un solo attimo e apre un Mavrud 2013 per farmelo assaggiare. Lo ammetto, non lo conoscevo è scopro così un vino realizzato con l’omonimo vitigno nella zona della Tracia, dal bel colore rosso, corposo e finemente tannico.
Arrivano i dolci, il tortino dal cuore morbido al cioccolato e i piccoli cannoli che ricordano quelli famosi in tutto il mondo della Sicilia. Sono dolci ben preparati e delicati che completano un pranzo decisamente di gran livello.
In Villa si possono acquistare i vini di Tenuta Carretta e buona parte dei Barbareschi della zona; vi ricordo che il Barbaresco lo si può produrre da disciplinare nei comuni di Barbaresco, Treiso, Neive e una piccola porzione di Alba.
Prendetela come una storiella, un raccontino di un pranzo su una terra magica, bella e armoniosa su cui l’uomo nei secoli ha plasmato il suo volere per soddisfare la proprie necessità. Una piccolissima crono storia fatta di piatti e vini, di lavoro e passione, di gentilezza e ospitalità. Ma non è pubblicità!
Fabrizio Salce